Il giornalista russo Sergei Mingazov è stato arrestato per aver diffuso accuse alla Russia sul massacro di Bucha, in Ucraina
Sergei Mingazov, giornalista dell’edizione russa di Forbes, è stato arrestato per aver diffuso sul proprio canale Telegram contenuti in cui si accusava la Russia per il massacro di civili compiuto a Bucha, nel nord dell’Ucraina, nei primi tempi dell’invasione russa dell’Ucraina tuttora in corso. Lo ha fatto sapere l’avvocato dello stesso Mingazov, Konstantin Bubon: ha detto che al momento il giornalista è detenuto in un carcere di Khabarovsk, nel sud est della Russia, e ha aggiunto di non essere ancora riuscito a mettersi in contatto con lui.
Mingazov è accusato di aver diffuso quelle che il governo russo considera notizie false: è un reato per cui il presidente russo Vladimir Putin ha inasprito le pene all’inizio della guerra in corso, nel tentativo di controllare l’informazione e reprimere il dissenso nei confronti del regime e delle sue operazioni militari in Ucraina. Mingazov rischia fino a 10 anni di carcere: secondo quanto riferito dal suo avvocato, sarebbe stato arrestato giovedì a casa sua da agenti della polizia russa che hanno anche perquisito la casa e gli hanno sequestrato computer e telefono. Per domani, sabato 27 aprile, è prevista un’udienza.
Il massacro di Bucha è stato uno dei più duri e impressionanti tra quelli compiuti dalla Russia durante l’invasione dell’Ucraina: furono uccise oltre 400 persone, per la maggior parte civili. Sulle responsabilità dell’esercito russo sono state pubblicate inchieste e prove molto circostanziate, che hanno contraddetto teorie complottiste e falsità diffuse dalla Russia, che fin da subito aveva descritto quel massacro come una montatura ucraina.
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