Lo “pseudosindacato” di estrema destra che ha denunciato la moglie di Pedro Sánchez in Spagna
Si chiama Manos Limpias (sì, significa Mani Pulite) e ha provocato una grossa crisi politica, anche se le sue denunce sono spesso traballanti e politicamente motivate
Mercoledì il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez, del Partito Socialista, ha annunciato che valuterà se dimettersi dopo l’apertura di un’indagine su sua moglie, Begoña Gómez, da parte di un tribunale di Madrid, per traffico di influenze illecite. L’indagine contro Gómez, ha scritto Sánchez in una «lettera alla cittadinanza» pubblicata sui social media, sarebbe senza fondamento ed è nata dalla denuncia dell’«organizzazione di estrema destra Manos Limpias», che è nota in Spagna per la sua vicinanza a movimenti nostalgici del franchismo e soprattutto per le sue frequenti denunce contro politici e personaggi pubblici progressisti, quasi tutte false o inconcludenti.
Al momento è impossibile dire che esito avrà l’indagine contro Begoña Gómez – benché le accuse contro di lei siano già state rigettate da alcune commissioni parlamentari, e la procura generale dello stato ne abbia già chiesto l’archiviazione – ma i giornali hanno quantomeno ricostruito che la denuncia da cui tutto è partito, quella presentata da Manos Limpias, è estremamente fragile: è basata non su informazioni inedite, ma esclusivamente su otto articoli di giornali conservatori, uno dei quali è un falso già piuttosto noto. Anche per questo, le attenzioni dei media si stanno concentrando tra le altre cose su Manos Limpias, che è un’organizzazione piuttosto celebre nella politica spagnola.
Manos Limpias (che significa Mani Pulite, un nome dichiaratamente ispirato all’inchiesta italiana di Tangentopoli) fu fondata nel 1995 ed è un’organizzazione peculiare. Si autodefinisce un sindacato, benché abbia pochi iscritti (qualche migliaio, e non si capisce esattamente a quale categoria appartengano) e la sua attività sia quasi esclusivamente di natura politica, al punto che molti media parlano di «pseudosindacato».
Il suo fondatore è Miguel Bernard, un militante di estrema destra dapprima sostenitore del regime autoritario di Francisco Franco e poi, con la caduta del regime, membro di varie formazioni estremiste e postfranchiste.
In quasi trent’anni di attività, Manos Limpias ha fatto decine di denunce, quasi tutte politicamente motivate. Tra le altre cose ha preso di mira con 18 denunce il giudice Baltasar Garzón, noto per le sue indagini contro i crimini franchisti, ha accusato il primo ministro José Luis Rodríguez Zapatero, socialista, di aver fatto «danni all’interesse economico della Spagna», ha presentato denunce contro vari politici baschi e catalani. Manos Limpias ha inoltre usato le sue denunce per promuovere i valori della destra conservatrice: ha denunciato Los Lunnis, una trasmissione televisiva per bambini con i pupazzi, perché in un episodio aveva mostrato una famiglia omogenitoriale, e ha presentato denuncia contro il primo prete spagnolo a dichiararsi apertamente omosessuale.
La stragrande maggioranza di queste accuse non è mai stata presa in considerazione dalla giustizia spagnola, o è stata archiviata.
Nel 2021 Miguel Bernard è stato coinvolto anche in un caso di estorsione: fu accusato di aver chiesto, assieme a un complice, grosse somme di denaro ad alcune aziende, minacciando che se non avessero pagato sarebbero diventate oggetto di una denuncia e di una campagna ingiuriosa. Bernard fu condannato in primo e secondo grado e fece due anni di carcere, ma a marzo di quest’anno il Tribunale Supremo spagnolo ha annullato la sentenza: il tribunale ha confermato che le richieste di denaro sono avvenute, ma ha ritenuto che le «pressioni» fatte da Bernard e dal suo complice non fossero sufficienti per essere interpretate come «intimidazioni».
Dopo la sua assoluzione a marzo, Bernard ha ricominciato a presentare denunce, concentrandosi appunto su Begoña Gómez. Nei fatti, la denuncia di Manos Limpias riprende alcune accuse che circolano da mesi sui media conservatori, secondo cui Gómez nel 2020 avrebbe usato il ruolo del marito per favorire il salvataggio pubblico della compagnia aerea Air Europa, costato 475 milioni di euro, nell’ambito di tutta una serie di salvataggi di aziende danneggiate dalla crisi provocata dalla pandemia da coronavirus. Gómez al tempo era a capo di un centro studi sull’Africa che aveva alcuni rapporti d’affari con Globalia, la società che possiede Air Europa.
La denuncia si basa su otto articoli di giornali spagnoli, in particolare El Confidencial, che hanno fatto campagna sulla questione. Almeno uno di questi, pubblicato dal sito di notizie The Objective è peraltro una notizia falsa: il sito scrisse che Begoña Gómez aveva ottenuto delle sovvenzioni dal governo di suo marito, ma in realtà si trattava di una persona omonima, e non della moglie di Sánchez.
Secondo Sánchez e i suoi alleati, queste accuse fanno parte di una campagna più ampia di discredito contro di lui e la sua famiglia che va avanti da mesi e che è sostenuta, oltre che da organizzazioni politicamente motivate come Manos Limpias, anche dai partiti di destra e centrodestra, come il Partito Popolare e Vox. Queste accuse rientrano spesso nella retorica molto aggressiva che ha assunto negli ultimi anni la politica spagnola, ma in alcuni casi sono diventate ingiurie personali.
A novembre Isabel Díaz Ayuso, la presidente della Comunità di Madrid e una delle politiche più importanti del Partito Popolare, diede a Sánchez del «hijo de puta», figlio di puttana, in un video di cui però si vedeva soltanto il labiale. Successivamente i suoi collaboratori dissero che in realtà Díaz Ayuso aveva detto «me gusta la fruta», cioè mi piace la frutta. Da allora, Díaz Ayuso regala a volte ceste di frutta durante gli eventi di partito.
Un mese dopo, durante una manifestazione davanti alla sede del Partito Socialista, dei militanti di destra fecero a turno per distruggere un grosso manichino con le sembianze di Sánchez. Nel 2022, durante una trasmissione molto seguita su YouTube, uno dei partecipanti disse che Begoña Gómez «era inizialmente Begoño», usando tutta una serie di descrizioni transfobiche e sessiste: in quei giorni la parola Begoño, una storpiatura maschile del nome Begoña, divenne un trend su vari social media.