Le carte da gioco usate per chiudere vecchi casi irrisolti
Raffigurano i volti di persone scomparse o uccise, e vengono distribuite nelle carceri statunitensi per indurre i detenuti a collaborare nelle indagini
Questa settimana i detenuti di alcune carceri dello stato americano del Missisippi hanno ricevuto delle carte da gioco diverse da quelle diffuse in tutto il mondo: le figure tradizionali come i re, le regine e i fanti sono state sostituite dalle foto di persone scomparse da anni, o morte a causa di omicidi di cui non sono mai stati individuati i responsabili. Le carte sono state realizzate dall’organizzazione non profit Mississippi Coast Crime Stoppers, che si occupa di aiutare la polizia locale nello svolgimento delle indagini, in particolare quelle relative a casi irrisolti.
Lori Massey, la direttrice dell’organizzazione, ha detto al New York Times che le carte hanno l’obiettivo di invogliare i detenuti a collaborare con la polizia: la speranza è che le persone in attesa di processo o che stanno scontando una pena riconoscano i volti che vedono durante le partite e forniscano informazioni utili per scoprire ulteriori dettagli su alcuni di questi crimini, ottenendo in cambio dei vantaggi e degli sconti di pena.
Massey ha detto che sono stati realizzati 2.500 mazzi di carte, per un costo totale di 6.000 dollari. Ogni carta contiene le informazioni essenziali: la foto delle vittime, i loro nomi e generalità, la data in cui sono morte o scomparse e i numeri e gli indirizzi per contattare l’associazione. Per esempio sull’asso di quadri è stata stampata la foto di Rebecca Reid, una donna scomparsa nel 2020 dalla città di Lumberton, in Mississippi, mentre quello di quadri raffigura Kimberly Watts, una donna che nel 2014 fu trovata morta nel suo appartamento di Long Beach (un’altra città del Mississippi).
L’utilizzo di carte di questo tipo non è una novità: sono già state utilizzate in altre occasioni, e a volte sono state effettivamente importanti per la risoluzione di qualche caso. Per esempio, nel 2007 circa 100mila mazzi di carte che raffiguravano persone scomparse o uccise furono distribuite nelle carceri della Florida e, secondo il dipartimento di Polizia dello stato, aiutarono a risalire all’identità degli autori di alcuni omicidi, come per esempio quello di Ingrid Lugo, avvenuto 3 anni prima.
Bryan Curry, l’autore dell’omicidio, fu arrestato proprio grazie alla collaborazione di un detenuto che aveva visto la foto di Lugo in una carta del mazzo, il sei di picche: aveva conosciuto Curry qualche anno prima in un carcere di Cross City, in Florida.
Le “cold case cards” (“carte dei casi irrisolti”, come vengono chiamate in gergo) sono utilizzate anche in altri stati americani, come per esempio l’Indiana, il Minnesota e il Connecticut.
Ryan Backmann, fondatore e direttore esecutivo di Project: Cold Case, un’organizzazione di Jacksonville (Florida) che fornisce assistenza ai familiari delle vittime di casi irrisolti, ha detto al New York Times che non tutte le associazioni di questo tipo considerano efficaci queste carte, in particolare per una ragione: sono abbastanza costose, e la percentuale di casi risolti grazie al loro utilizzo è bassissima.
Inoltre, come ha spiegato la criminologa Camela Hughes, valutare l’affidabilità delle dichiarazioni di chi decide di collaborare con la polizia è piuttosto difficile: in quasi tutti i casi, per prendere per vere le loro parole, è necessario che un altro detenuto informato sui fatti le confermi con una testimonianza separata.
Di solito queste carte possono essere utilizzate soltanto nelle carceri, ma alcuni stati consentono di usarle anche al di fuori delle strutture del sistema penale: per esempio, nel 2022 Project: Cold Case aveva stampato mille mazzi e aveva ottenuto il permesso di distribuirli anche in alcune attività commerciali.
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