Decine di migliaia di persone hanno protestato a Buenos Aires, in Argentina, contro i tagli alle università pubbliche
Martedì decine di migliaia di persone hanno protestato a Buenos Aires, la capitale dell’Argentina, contro i tagli alle università pubbliche decisi dall’amministrazione del presidente ultraliberista Javier Milei. Quest’anno il suo governo ha mantenuto i finanziamenti all’università allo stesso livello del 2023, ma con la fortissima inflazione che c’è nel paese (287 per cento a marzo, e in Italia è al 2,3) il valore di quei fondi in termini reali si è praticamente azzerato: con lo stesso budget si possono comprare o finanziare molte meno cose di un anno fa.
Secondo il rettore dell’università di Buenos Aires, Ricardo Gelpi, in assenza di maggiori finanziamenti la sua università potrebbe essere costretta a chiudere entro tre mesi. Milei, da parte sua, ha giustificato i tagli dicendo che le università pubbliche sono centri di indottrinamento socialista in cui si fa il «lavaggio del cervello».
Milei è stato eletto l’anno scorso, con un controverso programma elettorale che prevede ampi tagli in vari settori della spesa pubblica, da lui presentati come l’unico modo per risollevare l’economia dell’Argentina che da diversi anni sta attraversando una gravissima crisi economica, con un’inflazione al 147 per cento e una povertà dilagante. Contro Milei sono già state organizzate diverse proteste, e alcuni suoi provvedimenti sono stati bloccati dal parlamento.
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