Rivalità sentite nel calcio e da dove vengono
Hanno spesso ragioni sociali, culturali o politiche che vanno oltre lo sport, e non sempre coinvolgono squadre della stessa città
Lunedì sera è in programma il derby di Milano tra Milan e Inter. Sarà un derby particolare perché, vincendolo, l’Inter si porterebbe a 17 punti di vantaggio sul Milan nella classifica di Serie A a cinque giornate dalla fine e vincerebbe quindi lo Scudetto, il 20esimo della sua storia (ora ne ha 19, proprio come il Milan). Inter e Milan si sono giocate la vittoria del campionato diverse volte in passato, l’ultima due anni fa (il Milan lo vinse con due punti di vantaggio), ma non è mai successo fino a oggi che lo Scudetto venisse assegnato proprio alla fine di un derby di Milano.
La partita si giocherà dopo un weekend in cui ce ne sono state almeno altre due molto importanti e sentite, tra squadre storicamente rivali. In Spagna c’è stato il cosiddetto clásico, cioè la partita tra Real Madrid e Barcellona, le squadre di gran lunga più forti e vincenti della storia del campionato spagnolo. Ha vinto il Real 3-2 grazie al decisivo gol di Jude Bellingham nei minuti di recupero (com’era successo all’andata), portandosi a 11 punti di vantaggio in classifica proprio sul Barcellona. In Argentina si è giocato invece quello che viene chiamato il superclásico, cioè il derby tra le due principali squadre di Buenos Aires, il River Plate e il Boca Juniors: ha vinto il Boca 3-2, eliminando il River ai quarti di finale della Copa de la Liga Profesional.
In tutti e tre i casi citati qui, le partite contavano (o conteranno) qualcosa per la classifica, ma la particolarità di incontri di questo genere è che sono diversi dagli altri anche quando le due squadre non si giocano qualche trofeo o obiettivo concreto: l’aspirazione è semplicemente quella di battere la propria rivale, di vincere quella partita per rivendicare (almeno fino alla sfida successiva) una qualche forma di primato sull’avversaria storica. Le più grandi rivalità calcistiche, inoltre, spesso sono motivate anche da qualcosa che va oltre il calcio e che può riguardare questioni culturali, sociali o politiche, almeno in principio.
Real Madrid e Barcellona sono due tra le squadre più titolate in Europa, ma soprattutto rappresentano luoghi e gruppi di persone molto diversi della Spagna, spesso in contrapposizione tra loro: il Real è la squadra della capitale, della Corona (la famiglia reale tifa Real Madrid), della Spagna unita, mentre il Barcellona rappresenta le aspirazioni indipendentiste della Catalogna. Il motto del Barcellona, més que un club (catalano per “più di una squadra”), ha una forte connotazione storico-culturale: è nato nel 1968 (negli anni della dittatura del generale Francisco Franco, durata dal 1939 al 1975) e sta a significare che il Barcellona non è solo una squadra, ma rappresenta l’identità catalana.
La rivalità tra River Plate e Boca Juniors, considerata da molti una delle più intense e spettacolari al mondo, ha invece origini più sociali: i tifosi del River sono storicamente rappresentanti della borghesia della capitale argentina (per questo vengono soprannominati Los Millonarios), quelli del Boca invece erano il popolo, le persone comuni (tra cui molti immigrati italiani) di Buenos Aires.
Il superclásico ha una lunga storia di incidenti e scontri tra le tifoserie. Il 30 aprile 1994 due tifosi del River Plate furono uccisi da membri della Barra Brava, un gruppo ultras del Boca. Il 27 gennaio 2002, in una partita amichevole giocata a Mar del Plata, ci furono scontri durissimi tra le tifoserie, durante i quali un tifoso del Boca morì, accoltellato. L’incidente più grave avvenne il 23 giugno 1968, quando al Monumental, lo stadio del River Plate, morirono schiacciati 71 giovanissimi tifosi del Boca Juniors (le responsabilità di quegli avvenimenti non vennero mai chiarite dalla giustizia).
Nel dicembre 2018 River e Boca si giocarono per la prima (e per ora unica) volta nella loro storia la finale di Copa Libertadores, la principale coppa continentale per le squadre del Sudamerica che è una sorta di equivalente della Champions League europea. Prima della partita di ritorno, alcuni tifosi del River Plate tirarono pietre al pullman della squadra del Boca, ferendo alcuni giocatori e costringendo gli organizzatori a rinviare la partita (che fu giocata, infine, a Madrid per ragioni di sicurezza). Da anni le partite tra River Plate e Boca Juniors si giocano senza la tifoseria ospite allo stadio.
Anche la rivalità cittadina tra Inter e Milan ha radici legate alle classi sociali: almeno in origine, i tifosi dell’Inter erano l’espressione della borghesia, mentre il Milan aveva più seguito tra le classi popolari. Queste differenze sono sfumate sempre di più con il tempo, fino a perdersi. È rimasta invece la rivalità, sempre molto sentita anche in anni durante i quali le due squadre di Milano erano meno competitive (il periodo tra il 2013 e il 2018 in particolare), ma comunque atipica rispetto ad altri derby del mondo per i rapporti tra le due tifoserie e perché le due squadre giocano nello stesso stadio, San Siro.
Da oltre quarant’anni (dalla morte di un 21enne tifoso dell’Inter avvenuta nel 1981) esiste infatti una sorta di patto per evitare violenze tra gli ultras del Milan e dell’Inter. Pur essendo per entrambe le squadre la partita più importante dell’anno, al derby di Milano non ci sono quasi mai scontri tra le tifoserie, e milanisti e interisti convivono pacificamente nello stadio di San Siro, spesso seguendo senza particolari problemi la partita negli stessi settori e in posti vicini, una cosa difficilmente replicabile altrove: naturalmente non vale per le tifoserie organizzate, che occupano le due curve opposte dello stadio (la “Nord” l’Inter, la “Sud” il Milan) e si organizzano per realizzare coreografie spettacolari, generalmente tra le più apprezzate del calcio.
È ancor più sentito dai tifosi il derby tra Roma e Lazio, e più teso a livello di ordine pubblico: capitano ancora oggi scontri tra le tifoserie. A differenza di Milan e Inter, alle due squadre della capitale è successo più raramente di giocarsi obiettivi importanti come lo Scudetto, e quindi vincere il derby è diventato abitualmente un obiettivo stagionale importante quasi quanto la vittoria di un titolo. Anche per questi motivi, i laziali ricordano spesso ai romanisti la finale di Coppa Italia del 2013, vinta 1-0 dalla Lazio, mentre per i romanisti ha un significato speciale il fatto che l’ultimo Scudetto vinto, quello del 2001, arrivò proprio l’anno successivo all’ultimo della Lazio (nel 2000).
Ci sono stati molti scontri tra tifosi quando si sono affrontate Marsiglia e Nizza, in Francia. È una rivalità molto politica: gli ultras del Marsiglia sono “di sinistra”, antifascisti e antirazzisti; quelli del Nizza invece sono legati alla destra radicale.
Nel campionato inglese esistono diverse rivalità, anche se il concetto di derby è reso un po’ meno importante dalla presenza di tantissime squadre a Londra (circa un terzo delle squadre della Premier League, il massimo campionato inglese, è londinese). Sono avversarie storiche il Liverpool e il Manchester United, perché sono le due squadre più titolate del paese, mentre il derby della capitale generalmente visto come più prestigioso, e percepito dai tifosi proprio come un derby, è quello del Nord di Londra tra Arsenal e Tottenham. Il derby più sentito di Londra però è probabilmente quello che si gioca tra West Ham e Millwall (chiamato anche dockers derby, il derby dei portuali): la rivalità tra le due squadre è al centro di un famoso film sugli ultras inglesi, Green Street Hooligans (solo Hooligans in italiano), uscito nel 2005.
Nel derby di Glasgow, in Scozia, Celtic e Rangers sono viste come espressione di due visioni socio-politiche molto diverse tra loro, ancor più che in Real Madrid e Barcellona. La tifoseria del Celtic in genere è cattolica, repubblicana e socialista, mentre quella dei Rangers è protestante, realista e conservatrice. Assieme, le due squadre hanno vinto 108 dei 127 campionati scozzesi giocati finora (55 i Rangers, 53 il Celtic): quasi ogni anno, quindi, il derby di Glasgow vale anche un pezzo importante del campionato.
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Si giocano spesso il titolo anche le due principali squadre di Atene, Olympiakos e Panathinaikos, in un derby che viene chiamato alternativamente “Madre di tutte le battaglie” o “Derby degli eterni nemici”. La particolarità di questa rivalità è che non si limita al calcio, perché Olympiakos e Panathinaikos sono società polisportive e le loro squadre si affrontano anche a pallacanestro, pallavolo e pallamano. Lo stesso accade per Galatasaray e Fenerbahce, due società polisportive turche di Istanbul, anche loro storicamente rivali, e per i due club di Belgrado, la Stella Rossa e il Partizan. La Stella Rossa fu fondata subito dopo la Seconda guerra mondiale, nel 1945, come polisportiva statale per offrire a tutti i belgradesi la possibilità di praticare uno sport. In quello stesso anno però fu fondato anche il Partizan Belgrado dall’esercito jugoslavo: divenne subito la grande rivale della Stella Rossa, ma quest’ultima rimase la squadra più popolare e di successo.
Ai tempi della Jugoslavia la Stella Rossa ebbe anche una rivalità molto accesa e connotata politicamente con la Dinamo Zagabria: gli scontri tra le due squadre e tra i tifosi del 13 maggio 1990 furono visti da molti come un’anticipazione dello scoppio della guerra che avrebbe portato poi allo scioglimento della Jugoslavia.
Due dei derby più spettacolari e seguiti nel mondo del calcio (anche se non molto in Europa), soprattutto per come vengono vissuti dai tifosi, si giocano invece in Africa del Nord. In Marocco, Raja Casablanca e Wydad Casablanca come Milan e Inter condividono lo stadio, il Mohamed V, e come le due milanesi si affrontano spesso non solo per la supremazia nel calcio a livello cittadino, ma anche a livello nazionale. Il derby del Cairo tra Al Ahly e Zamalek è invece la partita più seguita non solo in Egitto, ma in tutta l’Africa del Nord e il Medioriente.
L’Al Ahly, la squadra più titolata d’Africa, ha un’anima popolare: fu fondata nel 1907 da alcuni studenti e divenne presto un simbolo di opposizione all’occupazione britannica. Lo Zamalek invece ha origini più nobili e legate ai colonizzatori, anche se con il tempo è diventato anche lui parte della cultura più popolare egiziana.
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