Al titolo del nuovo disco di Taylor Swift manca un apostrofo?
Qualcuno dice che ce ne vorrebbe uno prima o dopo la S di “The Tortured Poets Department”, ma gli esperti di lingua dicono che va benissimo così
Venerdì è uscito The Tortured Poets Department, l’ultimo disco della cantante statunitense Taylor Swift, che oltre ad aver stabilito il record di streaming in un solo giorno su Spotify e ad aver rallegrato milioni di fan della popstar più popolare del pianeta ha sollevato una animata discussione tra appassionati ed esperti di lingua inglese, riassunta dal New York Times. C’è infatti chi ritiene che l’assenza di un apostrofo prima o dopo la “s” di “Poets” sia sbagliata, o quantomeno opinabile.
Il titolo del disco significa qualcosa tipo: “il dipartimento dei poeti tormentati”. Chi obietta fa notare che richiederebbe un genitivo sassone, la costruzione che si usa per indicare il possesso, in casi che in italiano sono normalmente tradotti con la preposizione “di”. Il genitivo sassone si applica aggiungendo un ‘s ai sostantivi singolari che indicano il possessore, e un semplice apostrofo dopo quelli plurali che si concludono già con una s: il titolo dovrebbe essere The Tortured Poets’ Department. Ma un apostrofo potrebbe anche essere eventualmente inserito prima della s: The Tortured Poet’s Department. In questo caso, però, il dipartimento sarebbe di un solo poeta o una sola poeta (generalmente i sostantivi in inglese non si declinano per genere), magari Swift stessa.
La forma senza apostrofo, comunque, non è necessariamente scorretta. Il titolo di un celebre film a cui probabilmente si è ispirata Swift è Dead Poets Society – tradotto in italiano L’attimo fuggente – e non includeva nessun apostrofo. Questa costruzione non indica un dipartimento che appartiene ai poeti, come farebbe un genitivo sassone, bensì descrive l’attributo del dipartimento. «I sostantivi possono avere una funzione attributiva, aggettivale, il che significa che possiamo usarli per descrivere le cose allo stesso modo di come usiamo gli aggettivi» ha detto Mignon Fogarty, conduttrice del podcast Grammar Girl. «“Tortured Poets” ci dice che tipo di dipartimento è, similmente a come “Cosmetics” indica in che reparto siamo da Macy’s».
Il New York Times ha consultato diversi studiosi, che convengono che la scelta di mettere o meno l’apostrofo spetti a Swift, perché non c’è una versione scorretta, ciascuna ha un significato proprio. Secondo Ellen Jovin, scrittrice ed esperta di grammatica, Swift ha scelto peraltro la forma giusta per esprimere il senso che con ogni probabilità aveva in mente: «A quanto capisco ci sono diversi poeti tormentati, e “poets” mi sembra usato come aggettivo. È un dipartimento di poeti tormentati. Non metterei nessun apostrofo. Mi fido di come usa gli apostrofi Taylor Swift».
Mark Bulik, che al New York Times si occupa di supervisionare le pubblicazioni sia per quanto riguarda la sostanza sia per quanto riguarda lo stile e la lingua, è d’accordo. «Il titolo va bene senza apostrofo. Il Department of Veterans Affairs non ce l’ha. Quello che va bene per la nomenclatura ufficiale del governo degli Stati Uniti dovrebbe andare bene anche per Taylor Swift».