Le foto della prima delle molte fasi delle elezioni in India
Venerdì si è votato in 21 stati nel primo giorno delle più grandi elezioni nella storia dell'umanità, che dureranno fino a giugno
In India sono cominciate venerdì le più grandi elezioni nella storia dell’umanità finora, che coinvolgeranno nel giro di 44 giorni un totale di 968,6 milioni di persone aventi diritto al voto, che potranno eleggere i 543 membri della camera bassa del parlamento. Non ci sono molti dubbi sul fatto che a vincere le elezioni sarà il Bharatiya Janata Party (BJP), il partito del primo ministro Narendra Modi, che sarebbe così riconfermato per un terzo mandato. Ma anche al di là del risultato, quelle in India sono elezioni portentose dal punto di vista organizzativo e logistico, che prevederanno un totale di oltre un milione di seggi e circa 15 milioni di scrutatori, che stanno già raggiungendo ogni angolo del paese.
Venerdì alle 7 di mattina hanno aperto i seggi in 102 circoscrizioni in 21 diversi stati dell’India, nella prima delle sette fasi di cui saranno composte le elezioni. La seconda sarà venerdì 26 aprile, e si svolgerà in 89 altre circoscrizioni divise tra 13 stati. I successivi giorni in cui si svolgeranno effettivamente le elezioni saranno il 7, il 13, il 20 e il 25 maggio, e il primo giugno, quando si concluderanno. I risultati saranno annunciati il 4 giugno.
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Venerdì si è votato in Rajasthan, Uttar Pradesh, Uttarakhand, Kashmir, Sikkim, Bengala Occidentale, Arunachal Pradesh, Assam, Nagaland, Manipur, Mizoram, Tripura, Meghalaya, Bihar, Madhya Pradesh, Maharashtra, Chhattisgarh, Puducherry, Tamil Nadu, Lakshadweep e alle isole Andamane e Nicobare. L’affluenza è stata del 62 per cento, in calo rispetto al 70 per cento registrato mediamente nelle stesse circoscrizioni nel 2019.
Non sono stati segnalati particolari problemi nel primo giorno del voto, tranne che per qualche tafferuglio nello stato del Manipur, dove l’anno scorso gli scontri etnici fra la maggioranza Meitei e la comunità Kuki causarono oltre 200 morti. Quella di venerdì è stata una giornata particolarmente calda in molti degli stati coinvolti nel voto, a causa di un’ondata di calore che sta interessando il paese, e questo potrebbe avere condizionato in parte l’affluenza, visto che in certi casi è necessario aspettare in coda prima di votare. Il comitato elettorale indiano, comunque, si è impegnato a organizzare seggi elettorali che, tranne poche eccezioni, non debbano accogliere più di 1.500 votanti in una singola giornata.
Le regole elettorali indiane prevedono che ogni elettore debba avere un seggio a un massimo di due chilometri di distanza, cosa che comporta enormi spostamenti per funzionari, scrutatori e addetti alla sicurezza, che per raggiungere i villaggi più remoti devono attraversare foreste e montagne, portandosi dietro le macchine per il voto elettronico, usate nella quasi totalità dei casi.
Nel 2019 un seggio elettorale fu allestito a un’altitudine di 4.650 metri, nella valle Spiti dello stato himalayano dell’Himachal Pradesh: in quel comune vivevano 48 persone. Nello stesso anno una delegazione elettorale viaggiò per 500 chilometri per raggiungere un isolato singolo elettore nello stato del nordest dell’Arunachal Pradesh, ai confini con la Cina. Dieci anni prima cinque funzionari si inoltrarono per giorni nella foresta di Gir, in Gujarat, per raggiungere il monaco di un tempio induista.
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