In Indonesia si teme che un’eruzione vulcanica possa causare uno tsunami
Già nel 1871 il collasso in mare di una parte dell'isola di Ruang aveva generato un'onda anomala: più di 11mila persone hanno ricevuto un ordine di evacuazione
Venerdì più di 2.100 persone che vivono vicino a un vulcano in Indonesia sono state sfollate per i rischi legati a un’eruzione. Martedì infatti l’isola vulcanica di Ruang, che si trova circa 100 chilometri a nord di Sulawesi, ha cominciato a eruttare, producendo una colonna di fumo e ceneri che ieri ha raggiunto 1.200 metri di altezza. Le operazioni di evacuazione sono ancora in corso: complessivamente sono più di 11mila le persone a cui è stato detto di lasciare le proprie case. Gran parte di loro vive sulla vicina isola di Tagulandang, che in totale ha 20mila abitanti; potrebbe essere raggiunta non solo dalle ceneri vulcaniche e dai piroclasti, ma anche da un eventuale tsunami causato dalla caduta in mare di lava e rocce.
Ruang è una piccola isola con una superficie di 4 chilometri per 5 che rappresenta la parte emersa del vulcano che l’ha formata. Si tratta di uno stratovulcano, cioè un vulcano di forma conica come l’Etna. Gli scienziati che stanno osservando l’eruzione in corso temono che una parte del cono vulcanico possa collassare e cadere in mare causando un’onda anomala, come era già successo nel 1871.
L’ordine di evacuazione vieta di andare a meno di 3,7 chilometri dal cratere del vulcano. A causa della cenere diffusa nell’atmosfera dall’eruzione è anche stato chiuso l’aeroporto internazionale di Manado, nel nord di Sulawesi.
L’Indonesia è un paese molto soggetto al rischio di eruzioni perché ha 130 vulcani attivi. Le isole che ne compongono il territorio si trovano sopra quella che in geologia è chiamata “Cintura di fuoco del Pacifico”, la regione tutta intorno al più grande oceano del mondo lungo i cui confini le placche continentali della crosta terrestre si sovrappongono alla placca oceanica.