In Croazia si stanno scontrando il presidente e la Corte Costituzionale
Il massimo tribunale del paese ha stabilito che Zoran Milanović non potrà diventare primo ministro, eventualità comunque improbabile: ma lui non l'ha presa bene
Venerdì la Corte Costituzionale della Croazia ha stabilito che il presidente del paese Zoran Milanović non può diventare primo ministro, carica che nell’ordinamento croato ha maggiori poteri. Nel paese si sono tenute mercoledì le elezioni, che sono state vinte dall’Unione democratica croata (HDZ), il partito di centrodestra alla guida del governo uscente, che però non ha raggiunto la maggioranza e sta quindi trattando con altri partiti di destra per formare una coalizione. Milanović è invece uno dei leader della coalizione di centrosinistra, arrivata seconda: era comunque improbabile che diventasse primo ministro, ma la Corte ha escluso questa possibilità.
Nonostante il suo ruolo istituzionale, Milanović aveva partecipato alla campagna elettorale dicendo che se il suo partito avesse vinto le elezioni si sarebbe dimesso da presidente per diventare primo ministro. Dopo la pronuncia della Corte Costituzionale Milanović ne ha rifiutato le conclusioni, sostenendo che solo il parlamento può decidere chi sarà il nuovo primo ministro.
La Croazia è una repubblica parlamentare in cui, come in Italia, non viene eletto direttamente il capo del governo: i cittadini votano per scegliere i parlamentari, poi il presidente della Repubblica dà l’incarico di formare un governo ai gruppi politici che hanno ottenuto la maggioranza, e che successivamente devono ottenere la fiducia dal parlamento. Sarà quindi Milanović stesso a nominare il primo ministro, dopo che già aveva sciolto anticipatamente le camere, dopo le richieste dei partiti di opposizione che avevano appoggiato le proteste antigovernative legate agli scandali di corruzione in cui era stato coinvolto il governo conservatore.
L’HDZ ha vinto le elezioni, ma non ha la maggioranza in parlamento, quindi ora sta discutendo con altri partiti più piccoli per cercare di formare una coalizione di governo. In particolare sta trattando con il partito nazionalista di destra Movimento Patriottico (DP), che è arrivato terzo, e il partito ultraconservatore Ponte (Most). Il parlamento croato è composto da un’unica camera con 151 seggi e la maggioranza è quindi fissata a 76: l’HDZ se ne è aggiudicati 60, 6 in meno rispetto a quelli attuali, DP 14 e Most 11.
Già a marzo la Corte Costituzionale si era espressa in merito alla partecipazione di Milanović alla campagna elettorale. Aveva detto che il presidente doveva dimettersi prima delle elezioni per potersi proporre come nuovo primo ministro, ma lui si era rifiutato di farlo.
Milanović ha accusato la Corte Costituzionale di stare dalla parte dell’attuale primo ministro Andrej Plenković, leader dell’HDZ, ma non ha detto come intende mettere in discussione la pronuncia del tribunale.