Sono stati prosciolti tutti gli imputati nel processo sulla nave Iuventa
Come aveva chiesto la procura di Trapani a fine febbraio: si chiude quindi una delle più grandi inchieste svolte in Italia sui soccorsi di migranti in mare
Venerdì il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Trapani ha disposto il non luogo a procedere, quindi il proscioglimento, per tutti gli imputati nel caso della nave Iuventa, con la formula “il fatto non sussiste”. La sentenza chiude il ramo principale di una delle più grandi inchieste svolte in Italia sui soccorsi in mare di migranti, che ha coinvolto complessivamente più di venti persone, tre ong, una nave sequestrata e decine di pagine di intercettazioni. La richiesta di non luogo a procedere era già stata presentata lo scorso febbraio dalla procura di Trapani, la stessa che aveva formulato le accuse.
La Iuventa era una nave di proprietà della piccola ong tedesca Jugend Rettet, impegnata nel soccorso in mare dei migranti. Le indagini cominciarono a settembre del 2016 e si conclusero cinque anni dopo, nel 2021, mentre l’udienza preliminare era iniziata a maggio del 2022. Negli anni le indagini sono state estese anche ad altre procure, che però con tutta probabilità seguiranno la decisione presa dai giudici di Trapani.
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Le ong Medici Senza Frontiere, Save the Children e Jugend Rettet e vari loro dipendenti e volontari erano stati accusati di favoreggiamento dell’immigrazione illegale, un reato secondo cui è punito con il carcere chi «promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti a procurarne illegalmente l’ingresso nel territorio dello Stato». Secondo l’accusa, tra il 2016 e il 2017 le ong si sarebbero accordate segretamente con i trafficanti di esseri umani in Libia sull’orario e sul luogo in cui farsi trovare per raccogliere i migranti che partivano dalle coste libiche a bordo delle proprie navi.
Nell’agosto del 2017 il procuratore di Trapani aveva ordinato anche il sequestro della nave Iuventa, che da quasi sette anni è ferma al porto di Trapani ed è ormai inutilizzabile.
«Il processo di oggi ha finalmente spazzato via le ignobili speculazioni sulla criminalizzazione del soccorso», ha detto dopo la sentenza Nicola Canestrini, uno degli avvocati che difendevano Jugend Rettet. «Qualcuno dovrà chiedere scusa, e dare conto del fatto che si è voluto proseguire con un’indagine politicamente motivata».