Zendaya è la migliore nel “method dressing”
Si fa vedere sempre vestita da tennista, come quella che interpreta in "Challengers" di Luca Guadagnino, contribuendo alla popolarità di gonne corte e cardigan bianchi
Lo scorso 17 marzo l’attrice statunitense Zendaya è andata a vedere la finale femminile del torneo di tennis di Indian Wells, in California, con il fidanzato, l’attore Tom Holland; era vestita in bianco con una felpa e una gonna corta a pieghe dell’azienda francese Louis Vuitton e aveva un paio di sneakers Roger Centre Court, le scarpe disegnate dall’ex tennista svizzero Roger Federer per il marchio, sempre svizzero, On.
Poi, a partita finita, si è fatta fotografare con la tennista polacca Iga Swiatek, vincitrice del torneo e vestita in modo non molto diverso: anche lei in bianco, con una canotta e una gonna corta a pieghe.
Per molti è stato chiaro che Zendaya stava utilizzando il campo da tennis per anticipare lo stile che avrebbe indossato per il tour promozionale di Challengers, il film del regista italiano Luca Guadagnino, in cui interpreta una tennista che diventa poi un’allenatrice. Da quel momento in poi, infatti, l’attrice ha scelto per gli eventi pubblici quasi soltanto abiti ispirati al mondo del tennis, alimentando una tendenza iniziata già da un po’ di tempo: il cosiddetto tennis-core.
Qualche giorno dopo, il 26 marzo, Zendaya si è presentata alla prima mondiale del tour a Sydney, in Australia, con un vestito lungo verde, luccicante e con disegnata sopra una tennista sul punto di servire, cioè di colpire la pallina per dare inizio al gioco. L’abito era del marchio spagnolo Loewe ed era stato disegnato dallo stilista nord-irlandese JW Anderson, che ha realizzato anche i costumi del film.
Da allora ha indossato vestiti e accessori con espliciti richiami al tennis – come quello del marchio statunitense Thom Browne, con delle piccole racchette in evidenza, e le scarpe con delle palline da tennis al posto dei tacchi, disegnate sempre da JW Anderson – o che ne richiamavano l’estetica: tanto bianco (che è il colore obbligatorio per i tennisti che partecipano al prestigioso torneo di Wimbledon, a Londra), gonne corte e spesso a pieghe, cardigan, profondi scolli a V.
Tra questi ci sono, per esempio, un vestito fatto apposta dall’azienda 16Arlington che l’attrice ha scelto per la trasmissione italiana Che tempo che fa, un vestito vintage della collezione primavera/estate del 1992 del marchio statunitense Ralph Lauren indossato per la prima volta in passerella dalla supermodella Cindy Crawford, un abito realizzato apposta da On e ispirato allo stile di Althea Gibson, la prima tennista afroamericana a vincere, nel 1957, uno Slam (cioè uno dei quattro tornei più importanti nel tennis) e uno verde lime del marchio greco di Celia Kritharioti con una scollatura chiusa all’ombelico da una pallina da tennis.
Qualche giorno fa persino Zendaya e il suo stylist Law Roach (cioè la persona che la aiuta a scegliere cosa indossare e che è considerato l’artefice della sua immagine) hanno scherzato sull’insistenza del tennis-core nello stile dell’attrice, pubblicando su Instagram un’immagine creata con l’intelligenza artificiale da un utente, in cui è vestita con una gigantesca pallina da tennis.
Ottenere una viralità simile è proprio il motivo per cui Zendaya si sta vestendo così: è una tecnica chiamata method dressing che si rifà al metodo di recitazione Stanislavski, che prevede che un attore viva e si identifichi con il personaggio che interpreta. Il method dressing, in particolare, prevede che un’attrice o un attore indossi gli abiti del suo personaggio anche fuori dal set, nei momenti in cui promuove il film, nei festival o nelle cerimonie pubbliche. Non serve, però, a migliorare la prestazione artistica, ma a farsi meglio pubblicità: i vestiti a tema creano curiosità e attesa, vengono commentati e condivisi sui social e contribuiscono a far parlare del film e a fargli raggiungere un pubblico ancora più vasto.
L’esempio forse più significativo è la campagna promozionale del film Barbie nel 2023, quando l’attrice protagonista Margot Robbie ha indossato per mesi abiti rosa, sbrilluccicanti e succinti ispirati allo stile della bambola, che poi è stato proposto anche dai negozi di abbigliamento e scelto da molte persone nel mondo reale.
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Zendaya non è, infatti, l’unica a servirsi di questa tecnica che anzi, è sempre più comune: di recente lo hanno fatto per esempio le attrici Anya Taylor-Joy per i film Super Mario Bros. e Dune – Parte due, Jenna Ortega per il film Mercoledì, Lily James per la miniserie Pam & Tommy, Dakota Johnson per il film Madame Web e Halle Bailey per il film La sirenetta.
Qualche anno fa si erano vestiti richiamando i propri personaggi anche l’attrice Blake Lively per promuovere il film Un piccolo favore nel 2018, l’attore Taron Egerton che interpretava Elton John in Rocketman nel 2019 e, nello stesso anno, le attrici Scarlett Johansson e Brie Larson per il film Avengers: Endgame. Le scelte però erano sporadiche e non avevano la metodicità e l’attenzione per i social che avrebbe poi dimostrato Zendaya, che infatti è considerata la prima ad aver sfruttato il method dressing in tutte le sue potenzialità.
Zendaya ha iniziato a vestirsi sistematicamente a tema durante la promozione della prima parte del film Dune e poi di Spider-Man: No Way Home con vestiti che richiamavano i suoi personaggi (tra i più apprezzati ce ne sono uno del marchio francese Balmain e uno dello statunitense Rick Owens, che trovate nella galleria fotografica qua sotto). Ha continuato anche con il tour promozionale di Dune – Parte due, con abiti dall’ispirazione retro-futurista che sono stati ripresi e commentati online anche grazie alle scelte avvedute di Roach: non sono soltanto belli e sorprendenti ma sono spesso di archivio o hanno una storia dietro che contribuisce a farne parlare ancora di più, come per esempio quello della famosa collezione di haute couture (l’alta moda) dell’autunno/inverno 1995 del marchio francese Thierry Mugler.
Ora con il tour di Challengers Zendaya ha sfruttato l’estetica ispirata al tennis, che già era in un periodo vivace. Per esempio nell’ultimo anno le ricerche su Pinterest dell’espressione “tennis aesthetic” (estetica del tennis) sono aumentate del 37,5 per cento rispetto all’anno precedente e quelle per “tennis clothes” (vestiti da tennis) del 150 per cento. Questo successo si deve in parte a quello dell’ormai noto quiet luxury, il modo di vivere e vestire da ricchi, alla cosiddetta estetica old money (cioè delle antiche famiglie ricche americane) e al ritorno dello stile preppy, quello indossato dagli studenti americani, solitamente bianchi, ricchi e di buona famiglia, di cui il tennis è l’espressione sportiva.
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Come spesso accade quando si parla di tendenze di moda, ha contribuito anche la stilista Miuccia Prada, che aveva disegnato la collezione dell’autunno/inverno 2022/23 di Miu Miu (il suo marchio di moda per le ragazze) ispirandosi all’estetica del tennis. Nel luglio di quell’anno aveva anche organizzato il Miu Miu Tennis Club, due giornate di eventi, incontri e lezioni di tennis a New York (Stati Uniti) e a Saint-Tropez (Francia), in cui personaggi famosi indossavano vestiti della collezione.
In Italia, il tennis-core è aiutato anche dal successo del tennista altoatesino Jannik Sinner, che è tra i più forti al mondo e negli ultimi mesi è diventato lo sportivo italiano più popolare. Il suo successo è stato subito sfruttato dall’azienda di moda italiana Gucci, che nel 2022 lo aveva scelto come suo brand ambassador (significa che per contratto Sinner deve vestire esclusivamente Gucci nelle occasioni ufficiali). Per esempio al torneo di Wimbledon del 2023 Sinner era entrato in campo con un borsone ricoperto di loghi di Gucci che si era subito distinto dai soliti borsoni sportivi rigorosamente bianchi e per la foto ufficiale con il trofeo dell’Australian Open di Melbourne, in Australia (il primo Grand Slam che ha vinto, lo scorso gennaio), aveva indossato un cardigan di Gucci blu, molto commentato e, stando ai commenti sui social, desiderato.