Il processo contro il politico tedesco di estrema destra che ha usato uno slogan nazista
Björn Höcke è uno degli esponenti più radicali del partito AfD ed è il suo leader nella Turingia: rischia fino a tre anni di carcere
Giovedì 18 aprile comincia in Germania il processo contro Björn Höcke, uno degli esponenti più radicali del partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD), accusato di aver usato uno slogan nazista durante un comizio del 2021. Höcke ha 52 anni, è il leader dell’AfD nello stato centro-orientale della Turingia ed è noto per le sue posizioni controverse sul tema della Shoah: punta anche al ruolo di governatore dello stato, dove il suo partito è molto forte e sembra il favorito per le elezioni statali del prossimo settembre.
I fatti al centro del processo riguardano un comizio tenuto nel maggio del 2021 a Merseburg, nello stato della Sassonia-Anhalt, in cui Höcke aveva concluso il suo discorso con la frase «Tutto per la nostra patria! Tutto per la Sassonia-Anhalt! Tutto per…», lasciando completare al pubblico la frase con «la Germania!», mentre rideva e annuiva dal palco. “Tutto per la Germania” è un motto usato dallo Sturmabteilung (SA, “Sezione d’assalto”), il reparto paramilitare d’assalto costituito da Adolf Hitler nel novembre del 1921 per difendere i comizi del partito nazista.
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In Germania l’uso di slogan, simboli o altri strumenti di propaganda legati a organizzazioni che secondo la Costituzione sono illegali, come i gruppi terroristici o il partito nazista, è sempre vietato, tranne nei contesti di carattere puramente storico o didattico. Il reato di utilizzo di slogan e simboli di organizzazioni illegali, quello per cui è accusato Höcke, è punibile con una multa o una pena massima di tre anni di carcere; secondo i suoi avvocati, invece, i suoi comportamenti non costituirebbero un reato. Il processo si sta svolgendo a Halle, nella Sassonia-Anhalt, e sono previste quattro udienze, l’ultima delle quali il 14 maggio.
L’AfD esiste solo dal 2013, ma si è fatto notare fin da subito per le ripetute dichiarazioni negazioniste della Shoah da parte dei suoi membri, anche quelli più influenti. I politici del partito hanno espresso in diverse occasioni posizioni di nazionalismo estremo e di xenofobia, soprattutto nei confronti delle persone musulmane. Uno di questi è proprio Höcke, che ha sostenuto sia in passato sia pochi giorni fa di non conoscere l’origine dell’espressione “Tutto per la Germania”: una cosa di cui i critici dubitano fortemente, visto che Höcke è un ex insegnante di storia.
Come ha notato il sito dell’emittente pubblica tedesca Deutsche Welle, da quando si è trasferito in Turingia nel 2014, Höcke ha partecipato a diversi raduni neonazisti e ha sostenuto di frequente in pubblico teorie revisioniste sulla storia tedesca. Tra le altre cose, ha espresso vicinanza a Ursula Haverbeck, ultranovantenne condannata al carcere diverse volte per negazionismo della Shoah, che in Germania è un reato. Nel 2017 l’AfD aveva cercato di espellerlo dopo che aveva definito un «monumento alla vergogna» il Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa di Berlino, più comunemente chiamato Memoriale della Shoah.
Nel 2019 un tribunale tedesco aveva stabilito che Höcke poteva essere definito «fascista» sulla base di «prove fattuali verificabili», come alcune frasi di un suo libro pubblicato l’anno precedente. Tra le altre cose nel libro dice di ritenere sbagliato definire Hitler «come il male assoluto».
Al di là del suo ruolo di leader dell’AfD nella Turingia, Höcke non ha mai ricoperto incarichi di rilievo nella politica tedesca. È comunque uno dei candidati del partito al ruolo di governatore, che verrà scelto con le elezioni amministrative del prossimo primo settembre. Al momento i sondaggi danno l’AfD favorito, con circa il 30 per cento dei consensi: sembra però difficile che altri partiti vorranno coalizzarsi con l’estrema destra e sostenere Höcke come governatore.