Israele vuole rispondere all’attacco dell’Iran
Lo ha confermato il capo dell'esercito israeliano, ma non è ancora chiaro come e ci sono forti pressioni da altri paesi per evitare un peggioramento del conflitto
Lunedì sera il capo di stato maggiore generale delle forze di difesa israeliane (IDF), Herzi Halevi, ha detto che Israele risponderà all’attacco con droni e missili condotto dall’Iran nella notte tra sabato 13 e domenica 14 aprile. Halevi non ha però fornito molti altri dettagli, aggiungendo nuovi interrogativi su come Israele intenda gestire la propria risposta e sul rischio di ulteriori tensioni in Medio Oriente.
Parlando dalla base dell’aeronautica di Nevatim nel sud di Israele, rimasta lievemente danneggiata nell’attacco, Halevi ha detto che: «Il lancio di così tanti missili, missili da crociera e droni verso il territorio israeliano deve ricevere una risposta». Anche se priva di dettagli, la dichiarazione di Halevi è a oggi la conferma più chiara per lo meno sulle intenzioni dell’esercito israeliano di rispondere all’attacco.
Halevi ha parlato ad alcune ore di distanza dalla fine della quarta riunione del gabinetto di guerra organizzata negli ultimi due giorni dal governo israeliano, alla quale hanno partecipato tra gli altri il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della difesa Yoav Gallant. L’incontro è durato diverse ore, ma non è stato seguito da dichiarazioni ufficiali e secondo i media israeliani Netanyahu si starebbe orientando verso una risposta contenuta, tale da non suscitare un’ulteriore reazione più grande da parte del governo iraniano.
Attraverso il portavoce della sicurezza nazionale John Kirby, il governo degli Stati Uniti ha ripetuto anche lunedì che se e come rispondere spetta al governo di Israele, ma che il presidente statunitense Joe Biden non vuole un ulteriore allargamento e peggioramento del conflitto. Alcuni analisti hanno segnalato che gli Stati Uniti si aspettano una risposta militare israeliana non indirizzata direttamente verso l’Iran, ma verso obiettivi militari che interessano il paese altrove oppure tramite un attacco su larga scala di tipo informatico.
Tra domenica e lunedì altri governi sono intervenuti per invitare Israele a non reagire con un uso eccessivo della forza. Il presidente francese Emmanuel Macron ha detto: «Dobbiamo essere dalla parte di Israele per assicurarne il più possibile la protezione, ma dobbiamo anche impegnarci per chiedere che ci sia un limite per evitare una escalation».