È iniziato il primo processo penale contro Donald Trump
È il primo contro un ex presidente degli Stati Uniti e riguarda un presunto pagamento fatto illecitamente nel 2016 all’attrice di film porno Stormy Daniels
Lunedì 15 aprile a New York è cominciato il primo dei quattro processi penali in cui è coinvolto Donald Trump. Il processo è di competenza della procura di Manhattan, ed è il primo contro un ex presidente degli Stati Uniti. Riguarda un presunto pagamento di 130mila dollari all’attrice di film porno Stormy Daniels, che Trump avrebbe fatto nel 2016 tramite la sua azienda e il suo ex avvocato Michael Cohen per comprare il silenzio dell’attrice su un rapporto sessuale avuto con lui una decina di anni prima.
Secondo l’accusa il pagamento non sarebbe stato rendicontato correttamente: se ritenuto colpevole Trump rischia un massimo di quattro anni di carcere (qui avevamo spiegato più nel dettaglio la vicenda e le accuse, che si riferiscono anche ad altri episodi e alla possibilità che Trump stesse cercando di influenzare l’esito delle elezioni presidenziali del 2016).
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Come da prassi, nella prima fase del processo – che potrebbe durare settimane – verranno selezionati i 12 componenti della giuria popolare, un organo composto da normali cittadini che dovranno assistere a tutte le fasi del processo e infine esprimere un verdetto di colpevolezza o innocenza, basandosi sulle prove e sulle testimonianze presentate. Sarà poi la magistratura vera e propria (quindi i giudici togati) a emettere la sentenza e decidere la pena.
Nel caso di Trump, la giuria sarà composta da cittadini statunitensi, maggiorenni e residenti a Manhattan, che parlano inglese e non hanno precedenti penali. Inizialmente i funzionari del tribunale selezioneranno in modo casuale un folto gruppo di persone che hanno i requisiti richiesti, e a tutti verrà chiesto se ritengono di poter giudicare l’imputato (Trump) in modo equo e imparziale. A quelli che rispondono in modo affermativo, gli avvocati di entrambe le parti faranno poi una serie di domande per giudicarne l’imparzialità, in base alle quali verranno scelti i 12 giurati e i sei di riserva che comporranno la giuria popolare.
L’identità dei giudici popolari non verrà resa pubblica, e mentre il processo è in corso non potranno parlare con nessuno dei suoi sviluppi. Il processo non sarà trasmesso in televisione, ma i giornalisti potranno sostare fuori dall’aula del tribunale per cercare di intervistare Trump e le altre persone coinvolte.
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Trump fu incriminato circa un anno fa, a fine marzo del 2023, e il processo sarebbe dovuto iniziare il 25 marzo scorso. Il 15 marzo però un giudice di New York aveva deciso di rinviarlo al 15 aprile per permettere alla difesa (quindi agli avvocati di Trump) di studiare circa 100mila pagine di nuovi documenti contenenti informazioni sul caso, che erano emerse nei giorni precedenti.
Il rinvio era stato una vittoria per Trump e il suo team legale, che da tempo stanno cercando di posticipare il più possibile i processi per fare in modo che le udienze e le eventuali condanne o assoluzioni non interferiscano con la campagna elettorale per le elezioni presidenziali del prossimo 5 novembre, alle quali quasi certamente Trump sarà candidato con il Partito Repubblicano.
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Quello che inizierà oggi è uno dei quattro processi penali nei quali è coinvolto Trump ed è attualmente l’unico ad avere una data d’inizio definita. Presso altri tribunali è accusato di aver cercato di sovvertire l’esito delle elezioni presidenziali del 2020; di aver tentato di cambiare i risultati ufficiali delle elezioni presidenziali nello stato della Georgia, sempre con l’obiettivo di ribaltarne il risultato generale; e di aver conservato alcuni documenti governativi riservati nella propria villa di Mar-a-Lago, in Florida. Nessuno per ora è arrivato alla fase delle udienze.