Cosa sappiamo dell’attacco dell’Iran contro Israele
Sono stati lanciati più di 300 tra droni e missili, quasi tutti intercettati dai sistemi di difesa israeliani: non si sa ancora se Israele risponderà
Nella tarda serata di sabato l’Iran ha attaccato Israele, lanciando centinaia di droni e missili. L’esercito israeliano ha detto che l’Iran ha lanciato più di 300 tra droni, missili da crociera e missili balistici, e che il «99 per cento» di questi è stato intercettato prima che entrasse in territorio israeliano. Le operazioni di intercettazione sono state compiute sia tramite il sistema antimissile israeliano “Iron Dome” sia con l’uso di aerei da guerra israeliani. Alle operazioni hanno contribuito anche Stati Uniti e Regno Unito.
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Al momento non è chiaro se Israele vorrà rispondere, e in che modo: nel pomeriggio di domenica è prevista una riunione del gabinetto di guerra israeliano, l’organo creato dal governo di unità nazionale di Israele formatosi dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Secondo diversi giornali internazionali, nelle ultime ore Biden avrebbe fatto grosse pressioni sul primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per convincerlo a non rispondere all’attacco iraniano.
Le prime notizie del lancio sono arrivate intorno alle 22 italiane (le 23 in Israele), ma ci sono volute alcune ore prima che droni e missili entrassero nello spazio aereo israeliano. Inizialmente si era parlato solo di droni (detti “suicidi” o “kamikaze”, cioè mezzi senza equipaggio che si schiantano contro un obiettivo facendo detonare il proprio esplosivo autodistruggendosi), ma successivamente sia Israele che le Guardie rivoluzionarie, una potente forza militare iraniana, hanno confermato anche l’uso di missili. La maggior parte dei droni e dei missili è stata lanciata direttamente dall’Iran, ma alcuni sono partiti anche da Iraq, Yemen, e Siria, con il sostegno di milizie filoiraniane.
Un attacco del genere verso il territorio israeliano non ha precedenti recenti, ma era atteso da giorni ed era anche stato annunciato dal regime iraniano. L’Iran aveva infatti minacciato una ritorsione contro Israele per l’omicidio nell’ambasciata iraniana in Siria di Mohammad Reza Zahedi, un importante generale delle Guardie rivoluzionarie, oltre che per l’uccisione nella Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano di tre figli adulti di Ismail Haniyeh, il capo politico di Hamas, gruppo alleato dell’Iran.
Proprio per il fatto che l’attacco era atteso, Israele si stava preparando da giorni e l’esercito aveva aumentato al massimo il suo livello di allerta. Avichay Adraee, portavoce dell’esercito israeliano, ha detto che in totale sono stati lanciati 170 droni e che «nessuno di questi è penetrato in territorio israeliano, poiché gli aerei da guerra dell’aviazione di Israele e i sistemi di difesa aerea nostri e dei nostri alleati li hanno intercettati».
Adraee ha detto che l’Iran ha lanciato anche più di 30 missili da crociera (missili che procedono nel loro viaggio alimentati da un motore e raggiungono il loro bersaglio con una traiettoria orizzontale), e che anche in questo caso nessuno ha raggiunto il territorio israeliano.
L’Iran ha lanciato inoltre più di 120 missili balistici, di cui una piccola parte è entrata in territorio israeliano: Adraee non ha specificato il numero di missili balistici che sono penetrati in Israele, ma ha detto che alcuni hanno colpito la base aeronautica di Nevatim, nel sud del paese, causando danni lievi alle infrastrutture. I missili balistici, a differenza di quelli da crociera, vengono sparati oltre l’atmosfera e, sfruttando la gravità, ricadono sull’obiettivo attraverso una traiettoria parabolica: quando cadono sul bersaglio sono velocissimi, ma molto imprecisi, e possono mancarlo anche di alcune centinaia di metri.
L’esercito israeliano ha detto che sempre nel sud di Israele una bambina di 10 anni è rimasta ferita dalle schegge di un drone intercettato: la bambina, di una piccola città vicino ad Arad, è attualmente ricoverata in gravi condizioni. Ci sono anche altre undici persone ferite in modo lieve.
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Nella notte tra sabato e domenica la missione iraniana presso le Nazioni Unite ha scritto su X (ex Twitter) che l’attacco iraniano è stata una risposta al precedente attacco israeliano, e che con questo «la questione può considerarsi conclusa».
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