L’Iran ha lanciato droni e missili verso Israele
Israele li sta intercettando con l'aiuto dei paesi alleati: un attacco del genere non ha precedenti recenti
Sabato sera l’Iran ha lanciato un attacco con droni e missili contro Israele. Non si sa esattamente quanti siano – si parla tuttavia di centinaia – né quali siano i loro obiettivi in territorio israeliano. I droni sono entrati nello spazio aereo israeliano a notte inoltrata: sono mezzi relativamente lenti e per raggiungere Israele (distante almeno mille chilometri) hanno impiegato ore: le prime notizie del lancio di droni sono arrivate verso le 22 ora italiana, e soltanto attorno all’una sono arrivate le prime testimonianze di mezzi abbattuti dai sistemi di difesa aerea sui cieli di Israele. Abbiamo ancora meno informazioni sul lancio di missili, che però è stato confermato sia dall’esercito israeliano sia dalle Guardie rivoluzionarie, una potente forza militare iraniana. Un attacco del genere verso il territorio israeliano non ha precedenti recenti.
L’aviazione israeliana aveva comunque cominciato a intercettare i droni prima del loro arrivo nello spazio aereo israeliano. Alle operazioni di intercettazione stanno partecipando anche i paesi alleati: secondo alcuni media stanno contribuendo all’abbattimento l’aviazione degli Stati Uniti, quella del Regno Unito e probabilmente anche la Giordania, paese che si trova geograficamente in mezzo tra l’Iran e Israele e che i droni hanno sorvolato per raggiungere gli obiettivi.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha pubblicato un video in cui ha detto che «i sistemi di difesa del paese sono schierati; siamo pronti per ogni scenario, sia difensivamente sia offensivamente».
Un attacco iraniano contro Israele era atteso da giorni ed era anche stato annunciato dal regime iraniano. L’Iran aveva minacciato una ritorsione contro Israele per l’omicidio nell’ambasciata iraniana in Siria di Mohammad Reza Zahedi, un importante generale delle Guardie rivoluzionarie; e per l’uccisione nella Striscia di Gaza di tre figli adulti di Ismail Haniyeh, il capo politico di Hamas, gruppo alleato dell’Iran.
Non è ancora chiaro con precisione dove sia diretto l’attacco, ma le autorità israeliane hanno ordinato ai residenti di alcune comunità sulle alture del Golan (un territorio siriano annesso da Israele nel 1981, che si trova al confine nord tra Israele e la Siria) e del Negev (la grande area nel sud di Israele) di tenersi vicini a rifugi e aree protette. È probabile dunque che l’esercito si aspetti che l’Iran attacchi quelle due zone.
Nella notte la missione iraniana presso le Nazioni Unite ha scritto su X (ex Twitter) che l’attacco iraniano è una risposta al precedente attacco israeliano, e che con questo «la questione può considerarsi conclusa». Non è chiaro però se Israele vorrà rispondere, e in che modo.
I lanci coordinati di droni e missili, che dovrebbero raggiungere tutti assieme l’obiettivo, sono piuttosto comuni, e servono a confondere e mettere in difficoltà i sistemi di difesa aerea. I droni lanciati dall’Iran sono con ogni probabilità droni “suicidi”, o “kamikaze”, mezzi senza equipaggio che si schiantano contro un obiettivo facendo detonare il proprio esplosivo autodistruggendosi.
L’attacco aereo ha provocato un aumento del livello di emergenza in tutta la regione. La Giordania, Israele, l’Iraq e il Libano hanno chiuso i rispettivi spazi aerei: significa che nessun mezzo può sorvolare questi paesi. La Giordania, in particolare, ha annunciato che abbatterà tutti i droni che cercheranno di entrare nel suo spazio aereo.
Anche Hezbollah, gruppo armato libanese alleato dell’Iran, ha detto di aver lanciato razzi contro Israele più o meno in concomitanza con l’attacco iraniano. I razzi avrebbero colpito le alture del Golan. Secondo vari media, sarebbero partiti attacchi contro Israele anche dall’Iraq, un altro paese dove operano milizie armate alleate con l’Iran. Non è chiaro se queste azioni siano coordinate: negli ultimi mesi, attacchi contro Israele da parte di Hezbollah e delle milizie irachene sono stati piuttosto frequenti. Questo invece è il primo attacco diretto dell’Iran contro Israele dall’inizio della guerra a Gaza.
Israele si stava preparando a un possibile attacco da giorni e varie fonti d’intelligence avevano detto che l’attacco era imminente. L’esercito aveva aumentato al massimo il suo livello di allerta. Secondo i media locali il governo israeliano aveva allertato le autorità locali di prepararsi alla possibilità di un attacco, anche allestendo una serie di rifugi pubblici. La settimana scorsa, inoltre, l’esercito israeliano aveva sospeso il congedo per alcune unità di soldati, richiamato una serie di riservisti e rafforzato i propri sistemi di difesa antiaerea.