Un tribunale ecuadoriano ha stabilito che l’ex vicepresidente Jorge Glas è stato arrestato illegalmente, ma che deve restare in carcere
Venerdì un tribunale dell’Ecuador ha stabilito che l’arresto dell’ex vicepresidente Jorge Glas all’interno dell’ambasciata del Messico, a Quito, è stata un’azione illegale, ma al tempo stesso ha deciso che Glas dovrà restare detenuto per scontare le sue condanne. Glas, indagato per corruzione, concussione e altri reati, era stato arrestato venerdì 5 aprile: si trovava all’interno dell’ambasciata del Messico, da cui aveva da poco ricevuto l’asilo politico. La polizia dell’Ecuador aveva fatto irruzione per arrestarlo e la vicenda aveva dato origine a una crisi diplomatica tra i due paesi, dato che la legge internazionale prevede una protezione quasi assoluta per le ambasciate dagli interventi dei paesi che le ospitano.
Glas ha 54 anni ed era stato vicepresidente dell’Ecuador tra il 2013 e il 2017, durante il governo di sinistra di Rafael Correa. Aveva già ricevuto una condanna nel 2017, sempre per corruzione, a sei anni: nel 2020 ne aveva ricevuta un’altra a otto anni, sempre per corruzione ma sulla base di nuove accuse. Poco dopo l’arresto del 5 aprile era stato ricoverato in ospedale dopo essersi sentito male, ma ora è tornato in prigione. Gli avvocati di Glas hanno detto che faranno ricorso: sostengono che, siccome l’operazione con cui è stato arrestato era illegale, debba essere liberato.
Il caso di Glas ha peggiorato i già pessimi rapporti tra il Messico e l’Ecuador: il giorno prima del suo arresto, il governo dell’Ecuador aveva dichiarato l’ambasciatrice messicana Raquel Serur “persona non grata” (la locuzione è latina, letteralmente “persona non gradita”) dopo alcuni commenti di López Obrador a proposito delle ultime elezioni in Ecuador, vinte dal presidente centrista Daniel Noboa.
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