L’Università di Torino dovrà risarcire gli studenti per 39 milioni di euro
Lo ha stabilito una sentenza del Consiglio di Stato, secondo cui nel 2018 l'ateneo avrebbe riscosso più tasse del dovuto
Il Consiglio di Stato, l’organo di secondo grado della giustizia amministrativa italiana, ha stabilito che nel 2018 l’Università degli studi di Torino riscosse tasse per un importo superiore ai limiti consentiti, e dovrà ora risarcire gli studenti per un totale di 39 milioni di euro. La causa era stata presentata nel 2018 dal sindacato studentesco Unione degli Universitari (Udu): nel novembre del 2022 il Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Piemonte aveva dato ragione all’Università, ma ora il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza.
Secondo una legge del 1997, le università possono riscuotere tasse per un importo massimo pari al 20 per cento di quanto ricevuto dal Fondo per il finanziamento ordinario, che è finanziato dallo Stato e viene usato dagli atenei per garantire il funzionamento delle proprie attività istituzionali: il fondo viene usato per esempio per pagare il personale, fare attività di manutenzione e finanziare la ricerca. Nel 2018 il Fondo assegnò all’Università di Torino circa 277 milioni di euro. L’università avrebbe potuto riscuotere al massimo 55 milioni di tasse pagate dagli studenti, ma ne riscosse quasi 95 milioni.
Il Tar aveva dato ragione all’Università definendo la regola del 20 per cento come «una sorta di norma residuale, di applicazione nei fatti molto limitata». Il Consiglio di Stato ha ritenuto «errata» questa interpretazione.
«Quest’azione legale non ha come intento quello di danneggiare il nostro ateneo, bensì di garantire la tutela del diritto», ha scritto in un comunicato Pasquale Scordo, coordinatore dell’Udu per l’Università di Torino. Il sindacato sostiene inoltre che l’Università di Torino non sia l’unica a sforare il limite di legge: secondo i calcoli dell’Udu, almeno 18 atenei avrebbero una «contribuzione studentesca fuorilegge». L’anno scorso, per esempio, il Consiglio di Stato stabilì che l’Università di Pavia avrebbe dovuto risarcire gli studenti per 4,8 milioni di euro, dato che aveva sforato il limite del 20 per cento sulle tasse riscosse nel 2013.
In una nota, l’Università di Torino ha spiegato che negli ultimi anni il numero di studenti iscritti – e quindi di tasse da loro pagate – è aumentato a un ritmo notevolmente superiore rispetto a quello dei finanziamenti del Fondo, una situazione che ha portato a una riscossione non in linea con le norme. L’Università ha detto che «sono in corso gli approfondimenti necessari» riguardo alla sentenza e alle sue eventuali implicazioni.
Non è chiaro come verranno restituiti i soldi: nella sentenza, il Consiglio di Stato ha scritto che l’Università dovrà «rideterminare l’importo della contribuzione dovuta da ciascuno studente iscritto […] in modo da non superare il limite generale di legge, e disporre i necessari conguagli».