In Myanmar i ribelli hanno detto di aver conquistato un importante varco di frontiera con la Thailandia
Un gruppo di ribelli del Myanmar ha annunciato di aver conquistato Myawaddy, città di circa 200mila abitanti e varco di frontiera con la Thailandia, molto importante dal punto di vista logistico e commerciale. Nei giorni scorsi i ribelli avevano conquistato tutte le basi militari attorno alla zona. La città è stata occupata dopo la ritirata dei circa 200 soldati inviati dalla giunta militare che governa il paese e rimasti in città, che starebbero cercando di attraversare il ponte che la collega con la Thailandia. Secondo l’agenzia di stampa birmana Khit Thit, i soldati starebbero trattando con le autorità thailandesi la possibilità di rifugiarsi nel paese.
L’annuncio è stato fatto dal governo di unità nazionale birmano (NUG), formato da politici e funzionari del governo democratico deposto dal colpo di stato del 2021 che ha portato al potere l’attuale giunta in Myanmar. I membri del NUG coordinano, perlopiù dall’estero, le azioni delle Forze di difesa del popolo (PDF), un insieme di milizie che lottano per il ritorno della democrazia nel paese, formatesi dopo la violenta repressione delle proteste contro il colpo di stato.
Le azioni attorno a Myawaddy sono state guidate dall’Unione nazionale karen (KNU), uno dei molti gruppi che da decenni lottano contro il governo centrale birmano per ottenere maggiore autonomia per i gruppi etnici minoritari del paese (in questo caso i Karen). Alcuni di essi collaborano con le PDF, rispetto a cui sono spesso meglio armati e più esperti.
Da ottobre del 2023 una grossa offensiva avviata dalle PDF in collaborazione con alcuni gruppi ribelli è riuscita a ottenere numerose vittorie contro il regime militare, soprattutto nelle zone vicino al confine. Le forze armate, che sono numerose e ben equipaggiate, non sono ancora riuscite a organizzare un contrattacco efficace, e la giunta sembra essere in una crisi particolarmente difficile, anche a causa del basso morale dei soldati. Anche per questo ricorre regolarmente ai bombardamenti, anche di strutture civili, per contrastare i ribelli.
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