Vari attacchi aerei russi hanno danneggiato le infrastrutture energetiche in diverse regioni ucraine, tra cui Kharkiv e Kiev
Nella regione della città di Kharkiv – la seconda città più grande dell’Ucraina, nel nord-est del paese al confine con la Russia – più di 200mila persone sono rimaste senza elettricità a seguito di un attacco aereo russo su larga scala che nella notte tra mercoledì e giovedì ha colpito varie zone del paese. Secondo l’azienda energetica statale ucraina altri attacchi hanno danneggiato anche le infrastrutture energetiche delle regioni di Zaporizhzhia, Odessa e Leopoli. Per il momento non ci sono notizie di persone uccise, e nella regione di Kharkiv sono già iniziati gli interventi tecnici per riparare i siti danneggiati.
Sempre giovedì alcuni attacchi aerei russi hanno distrutto la centrale elettrica di Trypillya, la più grande della regione della capitale Kiev, che ha smesso di funzionare. Un portavoce della compagnia energetica Centrenergo, che gestisce la centrale, ha detto a BBC che gli attacchi hanno completamente distrutto «il trasformatore, le turbine e i generatori» dell’impianto. Gli attacchi, compiuti con dei missili, hanno anche provocato un incendio.
Nelle ultime settimane la Russia ha notevolmente intensificato gli attacchi alle infrastrutture elettriche dell’Ucraina, colpendo in particolare le regioni meno protette dalle difese antiaeree ucraine. Secondo il ministro dell’Energia ucraino, German Galushchenko, la Russia sta cercando «non solo di danneggiare» i sistemi energetici del paese, ma di portarli a un «collasso su larga scala», come aveva già provato a fare alla fine del 2022.
I danni subiti dalle infrastrutture energetiche nel corso della guerra hanno anche conseguenze economiche: l’Ucraina è un paese esportatore di energia elettrica, dato che soprattutto in epoca sovietica, tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, sul suo territorio furono costruite diverse centrali nucleari e a carbone, sistemi idroelettrici e linee di trasmissione per vendere energia ai paesi dell’Europa occidentale. Secondo alcune stime prima della pandemia l’Ucraina produceva circa il doppio dell’energia elettrica consumata all’interno del territorio nazionale e ne vendeva la maggior parte ai paesi dell’Unione europea. I guadagni ottenuti dalla vendita di energia hanno contribuito a sostenere l’economia ucraina anche durante la guerra.
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