Lo sciopero alla zecca francese per la produzione delle medaglie olimpiche
I dipendenti sostengono che siano molto complesse da produrre e vogliono essere pagati di più: scioperano da tre settimane, ma secondo la zecca non ci saranno ritardi
Nella fabbrica che si occupa di produrre le medaglie per le Olimpiadi di Parigi 2024 gli operai stanno scioperando da tre settimane. La produzione era stata affidata alla Monnaie de Paris, la zecca francese, che si occupa di produrre gli euro per conto della Banca Centrale Europea.
Secondo la zecca lo sciopero non ha creato particolari problemi alla produzione delle medaglie, che dice essere per la maggior parte completata. I sindacati sostengono il contrario e dicono che, se lo sciopero non trova una soluzione, potranno esserci dei ritardi. Le medaglie da produrre sono 5.084 e devono essere pronte entro l’estate, ben prima della cerimonia di inizio dei Giochi del 26 luglio.
I dipendenti in sciopero chiedono aumenti di stipendio che compensino la complessità tecnica di produrle e che paghino la specializzazione dei dipendenti. Le medaglie olimpiche di Parigi 2024 sono infatti particolari ed elaborate: sono state disegnate dalla famosa gioielleria parigina Chaumet, che fa parte della multinazionale del lusso LVMH, e hanno al centro un esagono fatto con ferro proveniente dalla Tour Eiffel, da cui partono dei raggi. Le medaglie si differenziano ovviamente per il materiale (oro, argento o bronzo), hanno tutte la stessa faccia mentre il retro cambia a seconda che siano destinate ad atleti olimpici o paralimpici.
David Faillenet, il rappresentante dei dipendenti della Monnaie de Paris aderenti al sindacato della Confederazione Generale del Lavoro (CGT), ha detto al sito di news Politico che il lavoro per produrre le medaglie è molto meticoloso e lo ha definito «una sfida di artigianato», che va pagata al «suo giusto valore».
L’azienda aveva proposto un aumento di stipendio del 4,5 per cento per i dipendenti che guadagnano meno di 28mila euro annui, poi una percentuale decrescente fino all’1,5 per cento per quelli che guadagnano tra 42mila e 48mila euro. La proposta è stata accettata solo da tre sindacati su cinque di quelli a cui sono iscritti i dipendenti della zecca: quelli che hanno accettato rappresentano solo il 48 per cento del personale, mentre il sindacato di Faillenet, quello più grosso, ha rifiutato.
Lunedì gli operai che aderiscono alla CGT hanno organizzato una protesta davanti alla sede della zecca francese, a cui era presente anche la segretaria nazionale Sophie Binet. E un’altra protesta è prevista per giovedì, quando si riuniranno davanti al ministero dell’Economia francese.
Se la zecca non dovesse rispondere alle richieste, secondo Faillenet ci potranno essere «medaglie che non soddisfano gli standard di produzione necessari» o ritardi nella produzione e nella consegna. E questo perché Faillenet sostiene che «la produzione di alcune categorie di medaglie non è ancora iniziata».
La zecca invece sostiene che la produzione delle medaglie non sia stata fermata dallo sciopero e assicura che «tutte le medaglie sono state coniate e verranno consegnate in tempo», precisando che i lavoratori in sciopero sono solo una piccola parte di tutti i dipendenti.
Oltre a quello dei dipendenti della zecca, ci sono anche altri scioperi che preoccupano sia il Comitato Olimpico Internazionale che le istituzioni francesi in vista dell’inizio dei Giochi. Per esempio il sindacato più rappresentativo dei dipendenti dell’azienda di trasporti parigina ha già comunicato una serie di scioperi che potranno includere anche il periodo olimpico. Il capo del Comitato organizzativo di Parigi 2024, Tony Estanguet, ha chiesto una «tregua», un periodo senza scioperi durante i Giochi, cosa che la Confederazione Generale del Lavoro ha respinto.
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