Il miglior italiano di sempre nel darsi all’ippica
In uno sport controverso come le corse dei cavalli al galoppo Frankie Dettori è uno dei fantini più vincenti della storia, e anche nella sua ultima stagione professionistica, a 53 anni, sta avendo risultati sorprendenti
La scorsa domenica il fantino italiano Lanfranco Dettori, conosciuto da tutti come Frankie, ha vinto sei corse consecutive al Santa Anita Derby, una serie di corse che si corrono ogni anno ad aprile nell’ippodromo Santa Anita Park di Arcadia, in California. Alla settima corsa è arrivato secondo per poco: se avesse vinto anche quella, avrebbe eguagliato il record di Santa Anita, stabilito nel 1987 dal fantino panamense Laffit Pincay Junior, che vinse 7 corse in un giorno. Dettori ha 53 anni e, dopo aver gareggiato per oltre trent’anni principalmente nel Regno Unito, ha deciso di trasferirsi negli Stati Uniti per la sua ultima stagione da professionista. Da anni viene considerato uno dei fantini di maggior successo della storia.
Dettori è nato a Milano nel 1970 ed è il figlio di Gianfranco Dettori, che a sua volta fu un fantino di successo, tredici volte campione italiano e vincitore di diverse corse nel Regno Unito. Frankie Dettori è specializzato nelle corse in piano al galoppo, cioè in gare dove i cavalli non devono saltare gli ostacoli, ma devono correre su un percorso (lungo tra gli 800 e i 4.000 metri) cercando di arrivare al traguardo prima degli altri.
I fantini che li montano, come Dettori, non stanno seduti sulla sella, ma in piedi, con i piedi appoggiati sulle staffe, e devono essere molto leggeri (devono pesare meno di 57 chili, per essere ammessi alle corse in piano). In queste gare i cavalli raggiungono velocità vicine ai 70 chilometri orari. Il compito del fantino è di guidare il cavallo (che non sa dov’è la linea di arrivo), regolamentando la sua andatura e spronandolo ad andare al massimo della velocità. È un lavoro intenso fisicamente e mentalmente sia per il fantino sia per il cavallo, e richiede un certo livello di intesa tra i due, da perfezionare negli allenamenti.
Nel corso della sua carriera, Dettori ha corso su alcuni dei migliori cavalli purosangue, una particolare razza selezionata per la corsa al galoppo negli ippodromi, come Fantastic Light, Enable e Stradivarius, vincendo varie volte le principali gare britanniche e mondiali. Esordì quando aveva solo nove anni, all’ippodromo San Siro di Milano, in un pony derby (una gara tra pony), e fu un disastro: arrivò ultimo in sella al suo primo cavallo, il pony Silvia, e cadde appena superato il traguardo. A quattordici anni Dettori si trasferì nel Regno Unito, il paese con la maggior tradizione ippica e in cui si corrono le più prestigiose corse di cavalli al mondo. La sua prima vittoria arrivò il 9 giugno 1987 all’ippodromo di Goodwood.
Nel 1994, nel 1995 e nel 2004 Frankie Dettori è stato British flat racing champion jockey, ossia il fantino con il maggior numero di corse vinte nell’anno solare (rispettivamente 233, 211 e 192; nessun altro italiano ha mai vinto questo titolo). Le sei corse vinte la scorsa domenica in California sono considerate un risultato sportivo eccezionale, ma per Dettori non era la prima volta e nemmeno il risultato migliore: il 28 settembre 1996, quasi sicuramente il miglior giorno della sua carriera, il fantino italiano vinse tutte e sette le corse del British festival of racing day all’ippodromo di Ascot. È uno degli ippodromi più prestigiosi al mondo, fondato a una decina di chilometri dal castello di Windsor nel 1711 dalla regina Anna d’Inghilterra, e nessuno oltre a Dettori è riuscito a vincere lì sette corse nello stesso giorno.
Le sette vittorie di Frankie Dettori ad Ascot, il 28 settembre 1996
L’ippica è uno sport ancora molto seguito, in particolare nel Regno Unito, ma anche parecchio controverso, principalmente per due motivi, le scommesse e i diritti degli animali. Una buona parte dell’interesse verso le corse dei cavalli è infatti legata alle scommesse: la società di ricerche di mercato Allied Market Research ha stimato che nel 2022 il mercato globale delle scommesse sull’ippica abbia superato i 40 miliardi di euro e in un recente report ha previsto che potrebbe raddoppiare entro il 2032. Per questo, ancor più che in altri sport, l’eccezionalità di un risultato nell’ippica molto spesso si misura con le quote che gli erano state associate prima della gara: la vittoria delle sette corse in un solo giorno ad Ascot riuscita a Dettori nel 1996, per esempio, era pagata dalle agenzie di scommesse circa 25.000 volte la puntata (giocando una sterlina, quindi, se ne vincevano 25mila). Si stima che Dettori, raggiungendo quel risultato così notevole, costò alle agenzie oltre 45 milioni di euro.
Soprattutto, l’ippica è uno sport molto pericoloso per la salute dei cavalli, sia nelle sue varianti di corsa al galoppo, sia (soprattutto) in quelle in cui si saltano gli ostacoli. L’osservatorio Race Horse Death Watch, fondato nel 2007 dall’associazione animalista Animal Aid, controlla gli incidenti mortali che avvengono nelle gare: finora ha registrato 2.770 cavalli morti, più di uno ogni tre giorni. L’osservatorio per altro ritiene che questi numeri siano decisamente sottostimati.
Inoltre, come si legge su Race Horse Death Watch, «le morti negli ippodromi sono solo una parte della triste storia delle corse dei cavalli. Il lavoro di ricerca condotto negli anni da Animal Aid dimostra che l’industria tratta i purosangue come semplici merci riproducibili e ne uccide o scarica migliaia ogni anno, quando non riescono a raggiungere un livello adeguato o quando finiscono i loro giorni di gara».
Durante le corse, i cavalli possono rompersi le gambe o, peggio ancora, la schiena e il collo, oltre a rischiare di avere degli infarti. Quando i cavalli da corsa si fanno male, spesso vengono abbattuti anche se l’incidente non è mortale, perché non possono più gareggiare. Sempre secondo Animal Aid, fino al 75 per cento dei cavalli da corsa soffre di emorragie polmonari e il 93 per cento di ulcere gastriche.
Lo scorso anno, 118 attiviste e attivisti furono arrestati per aver protestato contro lo svolgimento del Grand National, una delle principali gare steeplechase (un particolare tipo di corsa a ostacoli) che si corrono nel Regno Unito. I manifestanti ritardarono l’inizio della corsa e, nell’occasione, venne lanciata una petizione (che superò le 36mila firme) per bandire quella gara.
Oltre che per i cavalli, l’ippica è uno sport rischioso anche per le persone che ci corrono sopra. Lo scorso 3 aprile è morto in Australia il 23enne fantino italiano Stefano Cherchi, considerato uno dei talenti emergenti dell’ippica internazionale. Cherchi è morto per le conseguenze di una caduta avvenuta due settimane prima, il 20 marzo 2024, durante una gara all’ippodromo Thoroughbred Park di Canberra.
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Frankie Dettori ha avuto nella carriera alcuni incidenti, ma il più pericoloso non l’ha fatto a cavallo: nel 2000 un piccolo aereo su cui volava si schiantò a Newmarket, una cittadina della contea del Suffolk, nell’Inghilterra orientale (la stessa in cui, a 14 anni, Dettori si era trasferito). Dettori e l’altro fantino che era a bordo, Ray Cochrane, si salvarono, mentre morì il pilota dell’aereo. Nonostante il grave incidente, Dettori tornò alle corse in tempi brevi, e riprese a vincere.
Il fantino italiano ha passato la maggior parte della sua carriera (gli anni tra il 1994 e il 2012) correndo per la Godolphin, la scuderia privata di corse di cavalli purosangue della famiglia Maktoum, la famiglia reale dell’emirato di Dubai. In tutto, ha vinto 23 British Classics (le cinque corse di purosangue ritenute più prestigiose): solamente Lester Piggott, il miglior fantino di sempre, ne vinse di più (30, tra il 1954 e il 1992).
Dettori ha vinto anche 81 corse ad Ascot, quattro delle quali nel 2023, l’ultimo anno in cui ha gareggiato nel Regno Unito. Proprio fuori dall’ippodromo, l’anno scorso è stata installata una statua in suo onore, con la regina consorte Camilla presente all’inaugurazione. Nel Regno Unito Frankie Dettori è diventato negli anni un personaggio pubblico e viene considerato, dagli appassionati di ippica, una leggenda dello sport.