Joe Biden prova a ridurre il debito studentesco, di nuovo
Il presidente degli Stati Uniti ha presentato un nuovo piano, dopo che la Corte Suprema aveva bloccato il precedente: potrebbe aiutare quasi 30 milioni di persone
Lunedì il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato un nuovo programma per ridurre il debito studentesco, ossia l’insieme dei prestiti contratti da una buona parte della popolazione per permettersi gli studi e da ripagare poi negli anni successivi, con interessi più o meno alti. È un problema annoso: alla fine del 2023 il valore complessivo del debito studentesco aveva superato i 1.700 miliardi di dollari, una cifra enorme anche per il robusto sistema economico e finanziario degli Stati Uniti.
Il piano proposto da Biden prevede di ridurre il valore degli interessi accumulati su questi debiti fino a un massimo di 20mila dollari per le persone che di fatto non li hanno mai pagati, e che quindi oggi dovrebbero restituire una cifra molto più alta di quella ricevuta inizialmente. Alcune categorie di debitori, per esempio quelli che guadagnano meno di 120mila dollari all’anno, potranno essere esonerati completamente dal pagamento degli interessi.
Il piano eliminerebbe inoltre la parte rimanente dei debiti di persone che stanno ripagando i prestiti contratti per frequentare corsi universitari undergraduate (equivalenti alla laurea triennale in Italia) da più di vent’anni, oppure corsi graduate (quelli di secondo livello, per esempio i master) da almeno 25 anni. Sono previste anche agevolazioni per i debitori che si trovano in una situazione di difficoltà economica, per esempio perché hanno contratto debiti eccessivamente alti oppure devono sostenere altre spese, tra cui quelle legate ai figli.
Secondo l’amministrazione Biden, complessivamente quasi 30 milioni di persone potranno beneficiare di queste agevolazioni. Le misure dovrebbero entrare in vigore tra il prossimo autunno e l’estate del 2025.
Il piano è un’alternativa alla proposta presentata dall’amministrazione Biden nel 2022, ma bloccata poi dalla Corte Suprema, il più importante tribunale federale degli Stati Uniti. La misura avrebbe dovuto cancellare 430 miliardi di dollari di debiti in prestiti studenteschi, ma secondo i giudici andava oltre i poteri concessi al dipartimento dell’Istruzione. È possibile che anche il nuovo piano annunciato lunedì venga contestato e coinvolto in controversie legali, che potrebbero rallentarne l’entrata in vigore.
Fin dalla campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2020, Biden ha sempre sostenuto la necessità di ridurre il debito studentesco. «Oggi troppi americani, soprattutto giovani, sono alle prese con debiti insostenibili contratti per ottenere un diploma universitario», ha detto lunedì durante un comizio in un’università di Madison, in Wisconsin. «La capacità di ripagare i debiti per i lavoratori e le persone di classe media è diventata un problema al punto che molti non riescono a saldarli nemmeno decenni dopo aver completato gli studi».
I prestiti studenteschi iniziarono a diffondersi negli Stati Uniti intorno agli anni Sessanta, e nel tempo il loro valore è cresciuto in modo allarmante anche a causa di un aumento parallelo dell’inflazione e delle rette universitarie, che anche nelle scuole meno prestigiose possono costare decine di migliaia di dollari all’anno. Più di recente sono state approvate varie iniziative per ridurre almeno in parte i debiti, ma finora nessuna amministrazione è riuscita a risolvere il problema. Si stima che oggi più di 43 milioni di statunitensi abbiano contratto un qualche tipo di debito per pagarsi gli studi, per un valore medio per ciascuna persona di quasi 40mila dollari.