La bizzarra casa inglese diventata bene protetto
Era stata scoperta nel 2019, dopo che per più di trent'anni l'inglese Ron Gittins l'aveva riempita di murali, sculture e decorazioni senza che nessuno lo sapesse
Quando Ron Gittins morì, nel 2019, a 79 anni, la sua famiglia visitò per la prima volta la casa in cui aveva abitato per i precedenti trentatré anni e scoprì che era un posto unico e sorprendente. Gittins era un tipo eccentrico ma molto riservato, appassionato di storia: a Birkenhead, la città vicino a Liverpool in cui viveva, molti lo conoscevano perché andava in giro con abiti appariscenti e portava a casa un po’ di tutto con un carrello. Adesso il suo appartamento pieno di pitture, sculture e decorazioni ispirate alla mitologia classica è un bene riconosciuto e protetto dal dipartimento britannico per la Cultura, i Media e lo Sport.
Gittins era nato nel 1939 a Birkenhead da una famiglia della classe operaia e non aveva avuto una formazione artistica particolarmente approfondita. Come ha raccontato a CNN sua nipote, Jan Williams, Gittins era un personaggio «davvero stravagante» e difficile da gestire, motivo per cui anche la sua famiglia lo frequentava poco.
L’appartamento in cui viveva in affitto dal 1986 si trova al piano terra di una casa vittoriana ed è composto da tre grosse stanze, un corridoio, una cucina e un bagno. Nel tempo Gittins dipinse sulle pareti ritratti ispirati a personaggi dell’Inghilterra georgiana o all’antico Egitto, oppure ancora attorno alla porta dell’ingresso le scene della battaglia di Azio, che nel 31 avanti Cristo concluse la guerra tra Ottaviano e Marco Antonio, alleato e amante di Cleopatra. Accumulò oggetti, libri e biglietti scritti a mano, e attorno all’imboccatura di due camini costruì una testa di minotauro e quella di un leone ruggente, entrambe alte circa tre metri e particolarmente scenografiche.
«La sua casa era assolutamente imperdibile eppure non ci si poteva entrare», dice Williams, che è a sua volta un’artista, in riferimento al fatto che in generale Gittins non faceva entrare nessuno. Secondo quanto scrive Historic England, l’ente che si occupa della tutela dei beni artistici e culturali nel Regno Unito e che ha raccomandato di inserire il suo appartamento nella lista dei beni protetti, sembra che «la sua passione ossessiva per la storia» fosse legata a un viaggio a Pompei fatto da giovane. Gittins aveva anche «qualche problema di salute mentale», spiega sempre Williams, aggiungendo che probabilmente erano «la sua arte e la sua creatività a farlo andare avanti».
Dopo la sua morte Williams aveva avviato una campagna per tutelare “Ron’s Place”, la casa di Ron, che nel frattempo era stata messa all’asta. Grazie a una raccolta fondi pubblica e a una cospicua donazione di un «benefattore», Williams e il compagno sono riusciti a comprarla circa un anno fa e a farla appunto includere nella lista delle opere riconosciute e protette per il loro valore storico, architettonico o culturale.
Secondo Historic England, l’appartamento di Gittins è il primo esempio di “Outsider Art” a ottenere questo particolare status. Con Outsider Art, conosciuta anche come Art Brut, si intende un tipo di produzione artistica spontanea, spesso fatta da persone che non hanno una formazione specifica, con materiali e tecniche non convenzionali; non è rivolta specificamente a un pubblico, e, soprattutto, non è necessariamente ambiziosa. Gittins «era una specie di performance artist, e l’appartamento che ha creato per sé era una specie di palcoscenico e un mondo tutto suo», ha commentato la nipote.
Williams ha detto che al momento sono in corso lavori per trasformare l’appartamento in un piccolo museo e per prepararlo a ospitare anche altri artisti, così come programmi per promuovere l’arte e la consapevolezza sulla salute mentale. Alla campagna per la tutela della residenza di Gittins aveva partecipato anche Jarvis Cocker, il cantante della celebre band inglese dei Pulp, che ha commentato: «Il lavoro di un signore eccezionale del nord dell’Inghilterra è stato riconosciuto a livello nazionale. E persino globale. Alleluja!».
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