Le aziende che sviluppano farmaci a base di sostanze psichedeliche vanno forte in borsa
Ci sono risultati promettenti per alcuni farmaci per la cura dei disturbi mentali, ma non c'è ancora l'approvazione delle autorità sanitarie e soprattutto c'è ancora molta diffidenza
Dall’inizio dell’anno sta aumentando molto il prezzo delle azioni di alcune aziende farmaceutiche che sviluppano farmaci per la cura di disturbi mentali a base di sostanze psichedeliche, ossia sostanze con particolari effetti allucinogeni. Il successo di queste aziende, in gran parte statunitensi, dipende soprattutto dal fatto che i loro prodotti stanno superando i test preliminari dell’autorità dell’agenzia di regolamentazione dei farmaci statunitense, la Food and Drug Administration (FDA), il cui giudizio è particolarmente importante perché fa da riferimento anche per le altre autorità del mondo.
I rialzi delle azioni di queste aziende sono abbastanza eccezionali per chi ha investito in questa nicchia della farmaceutica: sono più frequenti le perdite dei guadagni, e comprare azioni di questo tipo è considerato molto rischioso. Recentemente però alcune aziende del settore hanno conseguito risultati importanti.
È il caso di Mind Medicine, una società di biotecnologie con sede a New York specializzata nella ricerca di terapie a base di sostanze psichedeliche per la cura delle dipendenze e delle malattie mentali. Ha sviluppato un trattamento per l’ansia a base di LSD (dal tedesco LysergSäureDiethylamid, in italiano dietilamide dell’acido lisergico), che ha ottenuto lo status di “Breakthrough Therapy“, cioè di farmaco con un alto potenziale innovativo, da parte della FDA: significa che, pur non essendo ancora approvato, l’agenzia riconosce il potenziale della cura e la inserisce in un processo prioritario di sviluppo, revisione e, nel caso, approvazione. Dall’inizio dell’anno il prezzo delle azioni di Mind Medicine è più che triplicato, passando a 3,6 dollari a 11.
Entro agosto è poi attesa una decisione su un trattamento per il disturbo da stress post traumatico a base di MDMA, una sostanza allucinogena conosciuta anche come ecstasy. È stato sviluppato da Lykos Therapeutics, un’azienda statunitense che però non è quotata in borsa, e per cui non sono disponibili i prezzi delle azioni.
In entrambi i casi, è bene ribadirlo, l’approvazione non è scontata: non è la prima volta che farmaci di questo tipo arrivano vicini all’approvazione, ma poi vengono respinti.
Nel mercato prevale comunque un certo ottimismo, che ha guidato i rialzi in borsa di tutto il settore, come nel caso delle azioni di GH Research, una società con sede in Irlanda specializzata nello sviluppo di terapie all’avanguardia per la cura della depressione, il cui prezzo è più che raddoppiato dall’inizio dell’anno. Ma è anche il caso del prezzo delle azioni di Atai Life Sciences, società di biotecnologie con sede a Berlino, aumentato del 45 per cento.
Da tempo comunque su questa nicchia della farmaceutica c’è un maggiore interesse degli investitori, rinnovato soprattutto grazie a un numero crescente di pubblicazioni di studi clinici sull’utilizzo delle sostanze psichedeliche nella cura di alcune malattie psichiatriche, e soprattutto della depressione. Il che ha ampliato notevolmente la comprensione dei loro effetti e ha contribuito a cambiare il ruolo che hanno nell’immaginario culturale in cui sono per lungo tempo rimaste relegate.
Una spinta è arrivata anche dalla depenalizzazione dell’uso e del possesso dei funghi allucinogeni in diverse città degli Stati Uniti e in altri paesi nel mondo, così come l’autorizzazione in Australia per la prescrizione di MDMA e psilocibina, la sostanza presente nei funghi psichedelici, per il trattamento delle forme di depressione su cui i farmaci che si usano abitualmente non hanno effetto.
Gli studi e le depenalizzazioni hanno reso più attuale il tema e rafforzato l’impressione che ci sia oggi spazio per riflessioni più equilibrate e complete. Nel corso degli anni l’esistenza di posizioni molto polarizzate all’interno del dibattito pubblico – ma tendenzialmente più temperate in quello accademico – aveva creato una sorta di stigma su queste sostanze, che in parte aveva ostacolato e rallentato un approccio scientifico alla discussione, approccio che fosse in grado di ignorare tanto le convinzioni dei sostenitori delle sostanze psichedeliche quanto quelle dei più tenaci oppositori.
Se anche questo stigma fosse effettivamente superato in campo scientifico e se le aziende riuscissero effettivamente a sviluppare cure efficaci e sicure, non è comunque affatto scontato il successo commerciale dei farmaci a base di sostanze psichedeliche e il conseguente successo delle società che li hanno ideati.
Non è chiaro per esempio a che prezzi potranno essere venduti, e il rischio è che anni di investimenti a vuoto possano portare le aziende a proporli sul mercato a prezzi talmente alti da risultare proibitivi. Non è neanche così scontato che i servizi sanitari pubblici e le assicurazioni copriranno questo tipo di cure. E non è scontato che le aziende riusciranno a superare la diffidenza che a livello culturale c’è per questo tipo di sostanze.
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