Le prime ricostruzioni sull’attacco israeliano contro gli operatori della ong WCK
La più completa l'ha fatta il giornale Haaretz, secondo cui le auto dei sette operatori umanitari uccisi lunedì notte nella Striscia di Gaza sarebbero state colpite con missili lanciati da un drone, una dopo l'altra
L’uccisione di sette operatori della ong World Central Kitchen (WCK) nella Striscia di Gaza da parte di Israele sta creando polemiche riguardo al comportamento dell’esercito israeliano, che ha ammesso la responsabilità dell’attacco ma ha sostenuto che fosse stato provocato da una «mancanza di coordinamento» con la ong.
Questa versione, però, è parzialmente smentita da alcune ricostruzioni che hanno cominciato a circolare sui media israeliani e internazionali. Il quotidiano israeliano Haaretz ha scritto che l’attacco alle auto della ong sarebbe stato provocato soprattutto dalla mancanza di disciplina delle unità militari che operano sul campo, che avrebbero violato le regole e gli ordini dell’esercito.
Il governo e l’esercito israeliani hanno ammesso la responsabilità dell’attacco martedì: il primo ministro Benjamin Netanyahu ha detto che è stato un «tragico caso» e che l’esercito ha colpito degli innocenti «senza volerlo». Uno dei portavoce dell’esercito, Herzi Halevi, ha chiesto scusa «per il danno non intenzionale provocato ai membri di WCK». L’attacco contro gli operatori della ong sta provocando reazioni molto dure anche a livello internazionale: «Israele non ha fatto abbastanza per proteggere gli operatori delle ong che stavano cercando di consegnare aiuti di cui i civili hanno disperato bisogno. […] E Israele non ha fatto abbastanza per proteggere i civili», ha detto in un comunicato il presidente americano Joe Biden.
A seconda delle versioni date dall’esercito, l’attacco sarebbe avvenuto a causa di un problema di «errata identificazione» o a causa di «scarso coordinamento» tra l’esercito e la ong. Le prime ricostruzioni fatte dai media mostrano come l’attacco sia stato fatto con armi di precisione, e sia stato prolungato nel tempo: le tre auto degli operatori umanitari sono state colpite una dopo l’altra.
I sette operatori umanitari – un palestinese, un’australiana, tre britannici, un polacco e un cittadino statunitense e canadese – stavano viaggiando nella città di Deir al Balah, nel centro della Striscia di Gaza, per preparare una consegna di aiuti umanitari da poco arrivati a Gaza via nave, in un’operazione finanziata da vari paesi e coordinata con l’esercito israeliano. Anche il viaggio delle tre auto a Deir al Balah era stato concordato con l’esercito.
La ricostruzione più completa di quello che è successo è stata fatta proprio da Haaretz, che è ritenuto affidabile e ha usato fonti anonime dentro all’esercito e ai servizi di intelligence israeliani. Secondo Haaretz, l’attacco avrebbe avuto come obiettivo un uomo armato che sarebbe stato a bordo di un camion nel convoglio di cui facevano parte anche tre auto su cui si trovavano i sette operatori uccisi. L’attacco sarebbe stato compiuto però soltanto dopo che il camion si era allontanato dal convoglio: l’uomo armato – che sarebbe un sospetto miliziano di Hamas – non si trovava su nessuna delle tre auto colpite.
L’attacco sarebbe stato compiuto con un drone Hermes 450, che ha colpito una a una le auto, benché avessero tutte chiari segni identificativi della ong WCK. Il passaggio qui sotto è di Haaretz:
A un certo punto, mentre il convoglio stava viaggiando lungo il percorso approvato, la centrale di controllo dell’unità responsabile per la sicurezza della strada ha ordinato agli operatori dei droni di attaccare una delle auto con un missile.
Alcuni dei passeggeri sono stati visti mentre lasciavano l’auto dopo che era stata colpita, e sono saliti su un’altra. Hanno continuato a guidare e hanno perfino inviato un messaggio alle persone responsabili per dire che erano stati attaccati, ma secondi dopo un altro missile ha colpito la loro auto.
La terza auto del convoglio si è avvicinata, e i passeggeri hanno cominciato a trasferirci sopra i feriti che erano sopravvissuti al secondo attacco, per portarli fuori pericolo. Ma poi un terzo missile li ha colpiti. Tutti e sette i volontari di World Central Kitchen sono morti.
Sempre secondo Haaretz, a causare l’uccisione dei sette operatori non sarebbe stata tanto la mancanza di coordinamento con la ong, quanto il fatto che a Gaza, durante questa guerra, «tutti i comandanti decidono da soli le regole» da seguire, come ha detto una fonte dell’intelligence. Per esempio, per colpire un «obiettivo sensibile» come potrebbe essere il convoglio di una ong, un’unità dell’esercito avrebbe bisogno di un permesso specifico da ufficiali alti in grado, che in alcuni casi deve arrivare direttamente dal capo di stato maggiore. In questo caso, tuttavia, non è ancora chiaro se il permesso sia arrivato, o perfino se sia stato richiesto.
L’esercito ha comunque detto di aver avviato un’indagine interna su quanto accaduto.
L’attacco contro tre automobili della ong WCK, che si occupava di trasportare e distribuire aiuti alimentari agli abitanti della Striscia, ha comunque già avuto conseguenze estremamente gravi. Ha provocato l’interruzione del programma di aiuti della stessa WCK e di altre ong, cosa che potrebbe aggravare ulteriormente la situazione già disperata della popolazione di Gaza.
I sette operatori stavano facendo i preparativi logistici per la consegna di 400 tonnellate di aiuti umanitari appena arrivati via mare. La nave che li trasportava aveva scaricato le prime 100 tonnellate, ma poi è avvenuto l’attacco israeliano. A quel punto WCK ha deciso di interrompere tutte le operazioni, e la nave è ripartita portandosi via gran parte del suo carico di aiuti.