La polizia finlandese ha detto che il ragazzo accusato dell’attacco di martedì in una scuola avrebbe agito perché vittima di bullismo
La polizia finlandese ha detto che, dalle prime indagini sull’attacco armato compiuto in una scuola vicino alla capitale Helsinki martedì mattina, è emerso che il ragazzo di 12 anni sospettato di esserne l’autore avrebbe agito perché vittima di bullismo. Nell’attacco è stato ucciso un altro dodicenne, e sono state ferite gravemente altre due ragazze della stessa età.
Il presunto autore dell’attacco è stato arrestato ieri, e dopo essere stato interrogato dalla polizia è stato affidato ai servizi sociali. Secondo la legge finlandese, infatti, una persona può essere giudicata responsabile di un reato solo dopo il compimento dei 15 anni (in Italia 14).
La polizia ha aggiunto che il ragazzo si era trasferito all’inizio dell’anno nella scuola dove è stato compiuto l’attacco, in una cittadina appena a nord di Helsinki, che l’arma usata nell’attacco è una pistola revolver di proprietà di un suo «parente stretto», e che dopo aver compiuto l’attacco il ragazzo l’avrebbe usata per minacciare gli studenti di un’altra scuola.
A differenza degli Stati Uniti, le sparatorie di massa nelle scuole europee sono piuttosto rare, ma in Finlandia ci sono stati due importanti precedenti negli anni scorsi: nel 2007 un ragazzo di 18 anni, Pekka-Eric Auvinen, sparò e uccise nove persone in una scuola di Tuusula, a nord di Helsinki, e nel 2008 un ragazzo di 22 anni, Matti Juhani Saari, ne uccise undici in una scuola di Kauhajoki, nel sud-ovest del paese.
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