In Irlanda due squadre di basket dovranno rigiocare gli ultimi 3 decimi di secondo di una partita
Per un ricorso parzialmente accolto dopo una partita di playoff decisa all'ultimo tiro: è un caso piuttosto eccezionale, ma non è la prima volta
In Irlanda due squadre di basket della seconda divisione del paese dovranno ritrovarsi per rigiocare gli ultimi tre decimi di secondo dei quarti di finale dei playoff, dopo che un ricorso della squadra sconfitta è stato parzialmente accolto, riconoscendo un errore tecnico. Non è la prima volta in assoluto che gli ultimi secondi o minuti di una partita di basket vengono rigiocati a gara conclusa, ma è comunque un evento piuttosto eccezionale. Al momento gli 0,3 secondi da rigiocare stanno bloccando il proseguimento dei playoff per la promozione nel massimo campionato irlandese, la Super League.
Il 23 marzo la partita fra Limerick Sport Eagles e Portlaoise Panthers era finita 80-78: i due punti della vittoria erano stati segnati all’ultimo secondo, con due tiri liberi trasformati da Jason Killeen, nazionale irlandese per 14 anni. Killeen aveva subito fallo proprio mentre stava suonando la sirena che segnala la fine della partita: segnati i tiri liberi, la gara era stata dichiarata conclusa dagli arbitri. La squadra di Portlaoise aveva però fatto ricorso, ritenendo che il fallo fosse arrivato dopo la fine del tempo, e che quindi i tiri liberi non dovessero essere accordati dall’arbitro e tirati dagli avversari (a quel punto si sarebbe giocato un tempo supplementare).
Il Comitato Nazionale Ricorsi (NAC) del basket irlandese aveva accettato di valutare il caso: dopo l’analisi dei video però era emerso che il fallo fosse avvenuto prima della fine della partita e che quindi i tiri liberi fossero legittimi, ma anche che gli arbitri avrebbero dovuto permettere di giocare ulteriori 3 decimi di secondo. È un tempo in cui Portlaoise avrebbe potuto provare un ultimo tiro, seppur dalle possibilità di successo molto limitate. Il NAC aveva addirittura stabilito che l’intera gara doveva essere rigiocata, ma la lega irlandese, basandosi sui poteri che i regolamenti delle federazioni internazionali le concedono, ha invece cambiato la decisione, stabilendo appunto che entro questa settimana le due squadre devono accordarsi per rigiocare solo gli ultimi tre decimi di secondo della partita, partendo dal risultato di 80-78 per Limerick. Portlaoise ha protestato contro la decisione.
Anche nella storia della NBA, il campionato professionistico statunitense, è successo una mezza dozzina di volte che parti di una partita venissero rigiocate per correggere quelli che vengono definiti come “gravi errori tecnici” degli arbitri, dei cronometristi o di chi tiene conto di falli e penalità. Il caso più recente è quello del 19 dicembre 2007, quando Atlanta Hawks e Miami Heat dovettero ripetere gli ultimi 51,9 secondi del tempo supplementare della partita, finita 114-111 per Atlanta: allora, quando appunto mancavano 51,9 secondi, Shaquille O’Neal, giocatore degli Heat, fu espulso per aver raggiunto il limite di falli, sei. In realtà era solo il suo quinto fallo, come fu appurato in seguito, e O’Neal sarebbe potuto restare in campo. Il ricorso fu accolto e il minuto scarso di gara venne rigiocato tre mesi dopo, quando le due squadre avevano in programma un’altra partita della stagione regolare: nessuno riuscì a segnare, il risultato rimase identico e dopo 15 minuti di pausa cominciò la nuova partita. O’Neal peraltro non giocò quella ripetizione: nel frattempo era passato ai Phoenix Suns.
Altre porzioni di gare NBA sono state ripetute dal 1969 al 1982: la situazione più simile a quella irlandese è quella del 1969 fra Chicago Bulls e Atlanta Hawks. Allora sul punteggio di 124-122 per Atlanta non venne convalidato un canestro arrivato all’ultimo secondo di Chicago: dopo il ricorso venne invece considerato buono, e si rigiocò l’ultimo secondo, partendo dal 124 pari: Atlanta vinse dopo un tempo supplementare.
Anche nel calcio alcuni anni fa avvenne un caso simile: a 18 secondi dalla fine di Inghilterra-Norvegia, valevole per le qualificazioni dell’Europeo femminile Under 19, l’arbitro aveva assegnato un rigore all’Inghilterra, sul punteggio di 2-1 a favore della Norvegia. L’Inghilterra aveva segnato, ma era stato annullato perché alcune giocatrici erano entrate in area prima del tiro: invece di far ripetere il rigore (come da regolamento), l’arbitro aveva concesso una punizione per la Norvegia. Trattandosi di un errore tecnico, la Uefa per la prima volta aveva stabilito di rigiocare quella parte di partita: il giorno dopo si era ripartiti dal rigore. Le inglesi lo avevano segnato, la partita era finita 2-2 e l’Inghilterra si era qualificata agli Europei di categoria.