La scomparsa di Emanuela Orlandi e tutto ciò che è avvenuto dopo
In 41 anni si sono alternate false piste, testimonianze e segnalazioni improbabili, ipotesi incongrue a partire dal sospetto di un grande complotto internazionale
Emanuela Orlandi uscì di casa tra le 15:30 e le 16 del 22 giugno 1983. Abitava dentro le mura vaticane, suo padre era commesso al Palazzo Apostolico. Quel giorno andò a lezione, come faceva tre volte alla settimana, all’Istituto Ludovico Da Victoria, associato al Pontificio istituto di musica sacra, in piazza Sant’Apollinare, nel centro di Roma. Orlandi uscì dall’istituto poco prima delle 19, assieme alle compagne e ai compagni di corso. Poi nessuno la vide più, almeno ufficialmente.
La storia della scomparsa di Emanuela Orlandi è uno dei casi di cronaca più famosi d’Italia, forse il più intricato, e tra i più raccontati.
Ma è anche molto altro. La puntata di Indagini di questo mese racconta di depistaggi, di testimonianze spesso inattendibili, di silenzi e reticenze da parte del Vaticano, di piste seguite per anni e rivelatesi poi assolutamente inconsistenti. E racconta come molti di coloro che sono comparsi in questa vicenda abbiano approfittato della scomparsa di una ragazza di 15 anni: per fini politici, per sviare le indagini o semplicemente, come scrisse una magistrata che indagò, per conquistare un quarto d’ora di celebrità.
A distanza ormai di 41 anni dal giorno in cui Emanuela Orlandi scomparve, Indagini tenta di ripercorrere la vicenda sottolineando gli aspetti più incongrui, le notizie che in realtà non erano notizie, le reticenze di chi probabilmente qualcosa sapeva ma non comunicò mai alla procura di Roma, incaricata delle indagini. La puntata ricostruisce anni di rivelazioni improbabili, ricerche infruttuose, segnalazioni false, tutto mischiato ormai in un grande contenitore nel quale è difficile anche solo orientarsi.
Le due puntate di Indagini sulla storia di Emanuela Orlandi sono disponibili da oggi sull’app del Post (scaricala qui), ma anche sulle principali piattaforme di podcast, come Spotify, Apple Podcasts, Amazon Music e Google Podcasts.