In Israele migliaia di persone hanno protestato per chiedere le dimissioni del primo ministro Benjamin Netanyahu
Sabato in diverse importanti città israeliane – Tel Aviv, Gerusalemme, Beer Sheva, Haifa – migliaia di persone si sono radunate e hanno manifestato per chiedere le dimissioni del primo ministro Benjamin Netanyahu. Le ragioni dei manifestanti sono che Netanyahu non avrebbe fatto abbastanza per ottenere la liberazione degli ostaggi catturati da Hamas nell’attacco del 7 ottobre, e anzi avrebbe agito in modo controproducente.
La manifestazione più grossa si è svolta a Tel Aviv, nella piazza dove negli ultimi mesi si sono accampate le famiglie delle persone prese in ostaggio il 7 ottobre e all’ingresso di Kirya, un’ampia area nel centro della città che contiene molti palazzi governativi e una delle sedi centrali dell’esercito israeliano. Sempre a Tel Aviv, una folla di manifestanti ha bloccato un’autostrada.
Netanyahu ha commentato le richieste di dimissioni in un intervento mandato in onda sulle televisioni israeliane domenica sera: ha detto che indire nuove elezioni paralizzerebbe Israele per vari mesi e renderebbe difficile portare avanti i colloqui per la liberazione degli ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas.
Venerdì Netanyahu aveva approvato la ripresa dei negoziati con Hamas in Egitto – il cui tira e molla va avanti da settimane – per concordare una tregua e la liberazione degli ostaggi. I media egiziani avevano detto che le trattative per la tregua sarebbero dovute ricominciare domenica, ma al momento non c’è nessuna indicazione che sia successo.
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