Helen Duncan, l’ultima “strega”

Fu condannata a Londra il 31 marzo del 1944, esattamente 80 anni fa, in base al Witchcraft Act, una legge contro le persone accusate di stregoneria che risaliva al 1735 e che poco dopo venne abrogata

Helen Duncan (Wikipedia)
Helen Duncan (Wikipedia)
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Il 31 marzo del 1944, esattamente 80 anni fa, a Londra una giuria dichiarò Helen Duncan colpevole in base al Witchcraft Act, una legge contro le persone accusate di stregoneria che risaliva al 1735, che non veniva applicata da più di un secolo e che poco dopo venne abrogata. Quello di Helen Duncan, che venne incarcerata per nove mesi, viene raccontato come l’ultimo processo per stregoneria che si tenne in Europa e che l’allora primo ministro britannico Winston Churchill definì «una sciocchezza obsoleta».

L’evento che portò alla condanna di Duncan avvenne durante la Seconda Guerra Mondiale, nel novembre del 1941, quando la donna era già una medium molto popolare. Sopra a una farmacia alla periferia di Portsmouth, porto e base navale sulla costa meridionale dell’Inghilterra, una coppia invitò Duncan a tenere una seduta spiritica. Gli ospiti, dopo aver pagato la somma di 12 scellini, vennero fatti accomodare in una piccola stanza illuminata solo da qualche lampadina rossa che la coppia, appassionata di spiritismo, aveva scelto di chiamare “The Master Temple”.

Helen Duncan si sedette di fronte al pubblico, accanto a una tenda scura, e diede inizio alla sua performance. Mentre un grammofono suonava, sembrò entrare in uno stato di trance e dopo pochi istanti una massa di ectoplasma biancastro e viscoso uscì dalla sua bocca rendendo in qualche modo visibile quello che disse essere lo spirito di un marinaio che aveva evocato e che annunciò ai presenti una terribile notizia: la nave da guerra HMS Barham della Royal Navy britannica era stata affondata.

L’affondamento della HMS Barham (Wikipedia)

L’informazione era vera, ma non era ancora stata resa pubblica: il 25 novembre del 1941 alle 16:25, mentre navigava per coprire un attacco contro un convoglio italiano, la HMS Barham venne infatti colpita da tre siluri lanciati da un sottomarino tedesco e affondò rapidamente perdendo circa due terzi del suo equipaggio, più di 860 marinai.

L’Ammiragliato, allora responsabile del comando della Royal Navy, apprese che l’Alto Comando Tedesco non sapeva nulla dell’affondamento e presentandosi l’opportunità di ingannare i tedeschi e di proteggere il morale degli inglesi censurò tutte le notizie riguardanti l’affondamento. Dopo un ritardo di parecchie settimane decise infine di informare i parenti prossimi dei morti chiedendo però di non divulgare la notizia per non farla arrivare al nemico. Dopo la seduta di Duncan, la Royal Navy si allarmò sospettando che quella donna potesse essere una spia o comunque un pericolo per la sicurezza.

A quel tempo Helen Duncan aveva 44 anni. Soprannominata fin da piccola “Hellish Nell” (Nell, diminutivo di Hellen, l’infernale), era nata con il nome di Victoria Helen MacFarlane a Callander, in Scozia, il 25 novembre del 1897. Era una bambina piuttosto strana, irrequieta che si diceva avesse la “seconda vista”, cioè la capacità di avere visioni sul futuro e percezioni extrasensoriali poiché sosteneva di avvertire le persone di alcuni pericoli che in seguito si sarebbero verificati.

Dopo aver lasciato la scuola e lavorato in un ospedale, nel 1916 sposò Henry Duncan, un ebanista e veterano di guerra che sosteneva i presunti talenti paranormali della moglie. «Era uno spiritista, membro di un movimento che era cresciuto a partire dalla metà del XIX secolo», racconta Malcolm Gaskill, autore di Hellish Nell: Last of Britain’s Witches: «Fu lui a spiegarle che, senza che se ne rendesse conto, stava comunicando con gli spiriti». I due ebbero dodici figli di cui solo sei sopravvissero all’infanzia.

Nel 1926 Helen Duncan cominciò a praticare con regolarità delle sedute spiritiche in cui affermava di essere in grado di fare da mediatrice tra il mondo dei morti e quello dei vivi: evocava gli spiriti delle persone defunte che si “materializzavano” e si rendevano visibili al pubblico pagante attraverso l’ectoplasma che usciva dalla sua bocca. Gli incontri si svolgevano sempre in stanze molto buie, Duncan sedeva sempre vicino a una tenda molto scura e si sentivano altre voci oltre la sua. A poco a poco la sua popolarità crebbe.

Negli anni Trenta la London Spiritualist Alliance, fondata a fine Ottocento, cominciò a occuparsi di lei sospettando che producesse gli ectoplasmi ingerendo vari materiali e poi rigurgitandoli. Duncan fu dunque osservata, spogliata, perquisita e fotografata per quasi due anni.

Helen Duncan, nel 1928 durante una seduta, fotografata da Harvey Metcalfe (Wikipedia)

Nelle indagini venne coinvolto anche il ricercatore Harry Price che pagò Duncan per assistere a una serie di sedute durante le quali riuscì a ottenere e ad analizzare un campione del suo ectoplasma: si scoprì che era fatto di garza e albume d’uovo mescolati tra loro. Altre analisi su altri campioni rivelarono che la sostanza era a volte composta di strati di carta igienica, altre ancora di mussola o garza imbevute in fluidi resinosi. Prima di una seduta Duncan venne anche convinta dalla London Spiritualist Alliance a ingoiare una compressa che avrebbe colorato il materiale eventualmente rigurgitato e, in quell’occasione, non apparve alcun ectoplasma.

Duncan venne smascherata anche una seconda volta il 6 gennaio del 1933, quando a Edimburgo una persona presente alla seduta tentò di afferrare lo spirito di una bambina: si trattava di una sottoveste bianca. Le luci vennero accese, fu chiamata la polizia e Duncan fu multata di dieci sterline.

Nonostante questo la donna proseguì con la propria attività facendo leva, in tempo di guerra, sul dolore delle persone, sulla loro vulnerabilità e sul fatto che le informazioni dal fronte fossero poche e incerte. Le sedute spiritiche divennero in quel momento una forma di intrattenimento molto popolare. Mogli, padri e madri volevano sapere se i loro cari fossero ancora vivi o volevano sapere quando sarebbe avvenuto il prossimo bombardamento aereo.

Dopo la seduta durante la quale Duncan rivelò che la HMS Barham era affondata la Royal Navy iniziò a interessarsi alle sue attività, ma fu solo nel 1944, durante i preparativi per lo sbarco in Normandia, che tale interesse si concretizzò. Il 14 gennaio del 1944 Helen Duncan organizzò una seduta alla quale, a sua insaputa, erano presenti due ufficiali della Marina. La medium evocò lo spirito della sorella di uno di loro, che però era ancora viva. I due stettero al gioco e il 19 gennaio, durante un’altra seduta, Duncan venne arrestata in base al Vagrancy Act del 1824 che puniva il vagabondaggio. Così la sua pena si sarebbe limitata a una multa, mentre i giudici volevano per lei una condanna esemplare temendo che la donna potesse continuare a rivelare informazioni riservate, qualunque fosse la sua fonte.

Immagine dal libro del 1945 The trial of Mrs. Duncan

Durante il processo venne dunque invocato il Witchcraft Act che negava l’esistenza dei poteri sovrannaturali prima attribuiti alle streghe e puniva con il carcere chi millantava di possederli traendone profitto. Dopo sette giorni di processo, durante i quali vennero ascoltate in aula decine di testimonianze che i giornali seguirono con grande interesse, Duncan venne giudicata colpevole e incarcerata per nove mesi. Del caso si interessò anche il primo ministro Winston Churchill lamentandosi dell’uso improprio delle risorse del tribunale per seguire una vicenda farsesca basata sul Witchcraft Act e su un capo di imputazione obsoleto.

Al suo rilascio, nel 1945, Duncan promise di smettere con le sedute spiritiche, ma non lo fece. Fu arrestata una seconda volta nel 1956 e morì nella sua casa di Edimburgo poco tempo dopo. Il processo a Duncan contribuì all’abrogazione, nel 1951, del Witchcraft Act.