Per Donald Tusk la guerra «non è più un concetto del passato»
Commentando il conflitto in Ucraina e la minaccia russa in Europa, il primo ministro polacco ha detto che bisogna abituarsi «all'epoca prebellica»
Mentre la Russia sta intensificando gli attacchi contro l’Ucraina, con ripetuti bombardamenti sulla capitale Kiev, secondo il primo ministro polacco Donald Tusk anche il resto dell’Europa dovrebbe cominciare a preoccuparsi. «Non voglio spaventare nessuno, ma la guerra non è più un concetto del passato», ha detto Tusk in un’intervista con alcuni giornalisti europei a Varsavia, tra cui quelli di El País, La Repubblica e BBC News. Se l’Ucraina dovesse essere sconfitta dalla Russia, a suo dire nessuno in Europa potrebbe sentirsi al sicuro.
La guerra «è reale ed è cominciata più di due anni fa», ha detto Tusk nell’intervista, aggiungendo che i paesi europei «stanno vivendo il momento più critico dalla fine della Seconda guerra mondiale».
So che sembra devastante, specialmente per le persone delle generazioni più giovani, ma dobbiamo abituarci mentalmente all’arrivo di una nuova epoca. Siamo in un’epoca prebellica,
ha detto, usando un’espressione che aveva già impiegato in un post su X (Twitter) a inizio marzo: «Non esagero. È ogni giorno più evidente».
Tusk ha ricordato come il presidente russo Vladimir Putin abbia incolpato senza prove l’Ucraina della feroce strage di venerdì 22 marzo al Crocus City Hall di Mosca, in cui sono state uccise più di 140 persone. Secondo Tusk, adesso la Russia «sente evidentemente il bisogno di giustificare nuovi attacchi su obiettivi civili in Ucraina». E l’aspetto più preoccupante, continua, è che «d’ora in avanti è possibile letteralmente qualsiasi scenario».
Già primo ministro della Polonia dal 2007 al 2014 e presidente del Consiglio europeo dal 2014 al 2019, Tusk è stato rieletto primo ministro alla fine del 2023. È a capo di un governo sostenuto da una maggioranza variegata, ma tendenzialmente europeista, dei principali partiti che negli ultimi anni erano stati all’opposizione dei governi di Diritto e Giustizia, il partito di estrema destra che governava il paese in maniera semi-autoritaria dal 2015. Presentando il programma del suo governo, Tusk aveva promesso tra le altre cose che la Polonia si sarebbe riallineata all’Unione Europea e sarebbe stata «un forte anello della catena della NATO», l’alleanza di cui il paese fa parte dal 1999.
Come aveva fatto già in passato, nell’intervista ha sollecitato un sostegno più convinto dell’Ucraina, sostenendo che i prossimi due anni di guerra saranno determinanti per il futuro dell’Europa. La Polonia, che confina con il nord-ovest dell’Ucraina, al momento destina il 4 per cento del proprio PIL alle spese militari. A suo dire, in vista delle crescenti tensioni in ambito internazionale, tutti i paesi europei dovrebbero aumentare le proprie almeno fino al 2 per cento del PIL, come peraltro richiesto dalla NATO ai propri paesi membri.
Nonostante la minaccia russa, Tusk ha detto di essere ottimista nei confronti di quella che ha definito una vera rivoluzione nella mentalità della gente in tutta Europa. Ha ribadito l’importanza della cooperazione tra Polonia, Francia e Germania sul tema della sicurezza e si è anche impegnato a trovare una soluzione alla questione delle importazioni di cereali dall’Ucraina, al centro delle proteste degli agricoltori polacchi degli ultimi mesi.
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