La «dismissione» di GEDI, raccontata dai suoi giornalisti
I comitati di redazione del gruppo di “Repubblica” e “La Stampa” hanno pubblicato un comunicato in cui hanno parlato della gestione della famiglia Agnelli-Elkann, che ha portato alla vendita di 15 quotidiani locali in 4 anni
Giovedì il coordinamento dei comitati di redazione di GEDI, l’editore che pubblica i quotidiani Repubblica e La Stampa, ha diffuso un comunicato in cui ha parlato della gestione del gruppo da parte della famiglia Agnelli-Elkann, che lo acquistò nel 2020 dalla famiglia De Benedetti. Poche ore prima GEDI aveva detto di aver raggiunto un accordo preliminare per la vendita del Secolo XIX, un quotidiano strettamente legato a Genova ma che per diffusione e rilevanza anche storica è un po’ a metà tra il locale e il nazionale, alla società di navigazione MSC.
Il comunicato ripercorre le tappe della gestione Agnelli-Elkann, dall’acquisto del 2020 alla vendita di 15 quotidiani locali negli ultimi quattro anni, in quella che i comitati hanno definito una «dismissione». I comitati hanno scritto di non avere «mai compreso il senso imprenditoriale dell’acquisto di GEDI» da parte della famiglia Agnelli-Elkann, che sarebbe stato «fatto a pezzi» e «smantellato senza alcuna strategia, con testate con anche oltre 100 anni di storia rimpiazzate da siti tutti centrati sul marketing e sulla vendita di prodotti».
I comitati hanno aggiunto di aver chiesto in più occasioni a Maurizio Scanavino, l’amministratore delegato di GEDI, di dare una risposta a questa domanda, ma «senza ricevere una risposta». Hanno poi citato una frase che il giornalista e conduttore Corrado Augias rivolse a John Elkann due anni fa, durante una puntata della trasmissione di Rai 3 Rebus.
Con ogni dovuto rispetto, ingegnere, penso che lei non abbia riflettuto abbastanza su che cosa voglia dire essere editore di giornali (…) I giornali hanno un’anima, comunque bisogna maneggiarli con cura.
In questi anni la strategia commerciale della nuova proprietà di GEDI è stata molto chiara: si è basata per lo più sul contenimento dei costi e su una decisa riduzione dell’impegno negli ambiti ritenuti meno profittevoli, come appunto quello dei giornali locali, costosi da mantenere e in un costante calo di vendite a cui finora non sono stati trovati rimedi.
Nel 2021 fu venduta la Nuova Sardegna, che già da alcuni anni era in gestione a un’altra società. Nell’autunno del 2023 toccò prima alla Gazzetta di Mantova e poi a tutti quelli del Nordest: Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, La Nuova di Venezia e Mestre, Il Corriere delle Alpi di Belluno, Il Messaggero Veneto di Udine e Il Piccolo di Trieste. Erano rimasti a GEDI il Secolo XIX, la Provincia Pavese (anche per quest’ultimo sono in corso trattative per la vendita) e la Sentinella del Canavese, oltre ai quotidiani nazionali Repubblica e Stampa.
A questo proposito, i comitati hanno scritto che l’unico proposito dell’attuale proprietà è quello di «tagliare i costi dove ormai non c’è più nulla da tagliare», e di augurarsi che in futuro l’editore possa «rilanciare le professionalità dei corpi redazionali, dando loro fiducia nel futuro». Poi hanno concluso:
Lo stillicidio di voci di vendita, smentite di maniera e poi “improvvise” vendite è stato uno spettacolo deprimente. Ci auguriamo solo che tutto questo finisca presto, nel migliore dei modi per tutte e tutti.