Disney e il governo della Florida hanno infine trovato un accordo
L'azienda ha accettato di sospendere le azioni legali e ridiscutere i piani per lo sviluppo del parco divertimenti Walt Disney World, dopo oltre un anno di scontri con l'amministrazione del Repubblicano Ron DeSantis
Mercoledì Disney, la più famosa azienda dell’intrattenimento al mondo, ha trovato un accordo con il governo della Florida, negli Stati Uniti, che mette fine a una disputa legale iniziata più di un anno fa e di cui si è discusso molto. A febbraio del 2023 il governatore della Florida, il Repubblicano Ron DeSantis, aveva revocato alla multinazionale il controllo del distretto in cui si trova il parco divertimenti Walt Disney World, decisione a cui l’azienda si era opposta iniziando una serie di procedimenti legali. Dopo oltre un anno di discussioni, l’azienda e l’amministrazione dello stato hanno trovato un compromesso e Disney ha acconsentito a sospendere le sue azioni legali.
Il parco divertimenti Walt Disney World vicino a Orlando, in Florida, si trova in un distretto creato nel 1967 in cui fino all’anno scorso vigeva uno status amministrativo particolare, concordato tra la Florida e Disney, che di fatto garantiva all’azienda il controllo del territorio. Grazie a questa concessione negli anni Disney ha potuto espandersi e costruire nuovi edifici e infrastrutture senza dover seguire alcune regole in vigore nel resto dello stato, relative per esempio ai permessi edilizi o alla manutenzione delle strade. Oggi il parco divertimenti di Walt Disney World è enorme: comprende quattro parchi tematici, due parchi acquatici e 18 alberghi.
L’anno scorso però DeSantis e la sua amministrazione decisero di revocare lo status speciale di cui Disney aveva beneficiato per quasi cinquant’anni, a seguito di alcune critiche avanzate dall’azienda sulla legge chiamata informalmente “Don’t say gay” (“non dire gay”), approvata dalla Florida nel 2022. Tra le altre cose, la legge proibisce di parlare di orientamento sessuale e di identità di genere nelle scuole.
Poco prima della revoca Disney aveva però approvato un grande progetto che prevedeva la costruzione di 14mila nuove stanze d’albergo, un quinto parco a tema e vari altri edifici, con un investimento previsto di 17 miliardi di dollari nei successivi dieci anni. L’azienda aveva inoltre approvato alcune norme che le avrebbero garantito un parziale controllo sul parco anche dopo l’insediamento di un nuovo consiglio distrettuale, nominato dallo stato (e quindi da DeSantis).
Il cambio di status rimise tutto in discussione: il nuovo consiglio annullò gli accordi chiusi da Disney nei mesi precedenti, e l’azienda fece ricorso contro la decisione di revocare il suo status amministrativo speciale. Nel tempo le due parti intrapresero varie altre azioni legali.
L’intenzione di DeSantis era quella di costruirsi l’immagine di “uomo forte” della destra americana, ma nel tempo lo scontro iniziò a causargli problemi politici. La Walt Disney Company è l’azienda privata più influente della Florida: Disney World attira ogni anno decine di milioni di turisti, dà lavoro direttamente a circa 70mila dipendenti e influisce profondamente sull’economia dello stato. Per questo molti iniziarono a preoccuparsi delle possibili ripercussioni economiche dello scontro, e la questione entrò nella discussione pubblica sia a livello statale che nazionale.
Ora Disney ha acconsentito a sospendere formalmente le sue azioni legali mentre vengono negoziati i termini di un nuovo piano di sviluppo per il distretto con gli amministratori nominati dallo stato. «Siamo contenti di mettere fine a tutte le cause in corso presso il tribunale statale della Florida», ha detto in un comunicato Jeff Vahle, presidente di World Disney World. Anche DeSantis ha commentato favorevolmente l’accordo, dicendo che questo «conferma» le decisioni della sua amministrazione.