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  • Lunedì 25 marzo 2024

In Senegal il candidato dell’opposizione ha vinto le elezioni presidenziali

Il candidato del partito al governo ha riconosciuto la vittoria al primo turno di Bassirou Diomaye Faye

Bassirou Diomaye Faye 
al seggio elettorale, Ndiaganiao, Senegal, 24 marzo 2024 (AP Photo/Stefan Kleinowitz)
Bassirou Diomaye Faye al seggio elettorale, Ndiaganiao, Senegal, 24 marzo 2024 (AP Photo/Stefan Kleinowitz)
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Secondo i primi risultati delle elezioni presidenziali in Senegal, Bassirou Diomaye Faye, il principale candidato dell’opposizione, ha vinto al primo turno. Amadou Ba, ex primo ministro e candidato del partito attualmente al governo, ha riconosciuto la propria sconfitta in un comunicato diffuso pubblicamente lunedì pomeriggio.

Le presidenziali si sono svolte domenica 24 marzo. Circa 7,3 milioni di persone su 18 milioni di abitanti si sono registrate per votare e secondo la televisione pubblica RTS l’affluenza è stata del 71 per cento circa. La giornata elettorale, e non era scontato, si è svolta in modo pacifico.

Al voto si è arrivati dopo settimane di rinvii e di proteste contro Macky Sall, l’attuale capo del governo, che non poteva ricandidarsi per avere raggiunto il limite dei due mandati consecutivi previsti dalla Costituzione senegalese. La campagna elettorale si è svolta tra molte tensioni ed è stata più breve di quanto previsto dal regolamento elettorale. È iniziata mentre Bassirou Diomaye Faye si trovava ancora in prigione: Faye era stato scarcerato solamente la sera del 14 marzo grazie a un’amnistia generale decisa dal presidente Sall come misura di “pacificazione sociale” per placare le proteste.

Sostenitori di Bassirou Diomaye Faye, Dakar, Senegal, 24 marzo 2024 (AP Photo/Mosa’ab Elshamy)

Bassirou Diomaye Faye è sostenuto da una coalizione di cui fa parte anche l’ex Pastef (Patrioti africani del Senegal per il lavoro, l’etica e la fraternità), partito sciolto lo scorso agosto e fondato da Ousmane Sonko. Fino a gennaio Sonko era considerato il più importante politico di opposizione, ma poi era stato escluso dalle liste elettorali a seguito di una condanna per diffamazione. Il Consiglio costituzionale del Senegal aveva respinto anche la candidatura di un altro importante oppositore all’attuale governo, Karim Wade, del Partito democratico, che dopo giorni di silenzio aveva chiesto ai propri elettori ed elettrici di votare per Bassirou Diomaye Faye.

Poco dopo l’inizio dello scrutinio tredici dei diciannove candidati alle presidenziali si erano congratulati con Bassirou Diomaye Faye per la sua vittoria. Inizialmente Ba aveva diffuso un comunicato che parlava di un secondo turno e accusava l’area politica di Faye di voler «manipolare» il voto avendo incitato i suoi sostenitori a manifestare per festeggiare una vittoria non ancora certa: «Il campo che esulta prima ancora di conoscere il risultato dimostra solo il desiderio di manipolare e conquistare il potere attraverso il vandalismo», aveva scritto.

Diversi funzionari del partito e della coalizione che sostiene Ba avevano detto che la tendenza favorevole a Faye poteva ancora essere invertita. Ma uno di loro, chiedendo di restare anonimo, aveva detto al quotidiano francese Le Monde che i primi risultati erano «uno tsunami» per il governo: «Anche se andremo al secondo turno, temo che sarà molto complicato per noi».

Sostenitori e sostenitrici di Bassirou Diomaye Faye, Dakar, Senegal, 24 marzo 2024 (AP Photo/Mosa’ab Elshamy)

Poco dopo la chiusura dei seggi elettorali, i sostenitori di Bassirou Diomaye Faye hanno manifestato nella capitale Dakar, gridando «Sonko moy Diomaye, Diomaye moy Sonko» (“Sonko è Diomaye, Diomaye è Sonko”, in wolof, una delle lingue nazionali) e facendo rumore con pentole e padelle. Molti di loro erano giovani e donne.

– Leggi anche: Storia politica delle pentole

Faye, che ha compiuto 44 anni lunedì, si è presentato come il «candidato del cambiamento». Nel suo programma dice di voler ripristinare la «sovranità nazionale» che secondo lui è stata «svenduta ai paesi esteri» e ha promesso di rinegoziare i contratti minerari, del gas e del petrolio conclusi con le società straniere. Ha detto anche di voler combattere la corruzione e distribuire in modo più equo la ricchezza.

Macky Sall ha 62 anni, è in carica dal 2012 ed è stato rieletto nel 2019. Da tempo è considerato sempre più autoritario ed è stato accusato di reprimere i suoi principali rivali politici. Il Senegal è sempre stato considerato uno dei paesi più stabili dell’Africa e l’unico della parte occidentale del continente a non aver mai subito un colpo di stato. Dal 2021 si sono però diffuse ampie proteste antigovernative.