La Camera degli Stati Uniti ha approvato una norma per finanziare le attività del governo fino all’autunno ed evitare lo shutdown
Venerdì pomeriggio la Camera degli Stati Uniti ha approvato una legge finanziaria che stanzia complessivamente 1.200 miliardi di dollari per finanziare gran parte delle attività del governo per i prossimi sei mesi, fino a fine settembre. La proposta passa ora all’esame del Senato, che deve approvarla entro mezzanotte (le 5 di sabato mattina in Italia) per evitare il cosiddetto shutdown, ossia la parziale chiusura delle attività del governo federale statunitense che avviene quando il Congresso non riesce a mettersi d’accordo sulle leggi finanziarie alla fine di un anno fiscale.
Negli Stati Uniti l’anno fiscale va dal 1° ottobre al 30 settembre, e quindi il Congresso è in grande ritardo nell’approvazione di un piano definitivo che definisca l’ammontare del bilancio federale e le modalità di spesa per i vari settori di attività del governo. Per evitare lo shutdown, negli ultimi mesi i membri del Congresso hanno approvato una serie di proroghe che hanno permesso di continuare a finanziare, seppure temporaneamente, le attività del governo: l’ultima è stata approvata lo scorso 9 marzo, ma scade alla mezzanotte del 22 marzo.
La finanziaria da 1.200 miliardi approvato dalla Camera è il risultato di mesi di negoziazioni e compromessi, e ha ricevuto l’approvazione del presidente Democratico Joe Biden, dello Speaker della Camera (una sorta di presidente dell’aula), il Repubblicano Mike Johnson, e del leader della maggioranza al Senato, il Democratico Chuck Schumer.
La norma è stata approvata con 286 voti favorevoli e 134 contrari: diversi esponenti dell’ala più radicale del Partito Repubblicano si sono opposti. In segno di protesta Marjorie Taylor Greene, una deputata Repubblicana considerata molto vicina all’ex presidente Donald Trump e al suo movimento MAGA (Make America Great Again), ha presentato una mozione per rimuovere dall’incarico lo speaker Johnson. È la stessa dinamica che si era presentata lo scorso ottobre, quando una parte del Partito Repubblicano aveva approvato una mozione di sfiducia contro lo speaker Kevin McCarthy, rimuovendolo dall’incarico. Dopo settimane di complicate negoziazioni, McCarthy era stato sostituito da Johnson.
È probabile però che l’eventuale voto sulla mozione presentata da Taylor Greene verrà rimandato almeno fino a metà aprile, dato che dopo la fine della sessione di oggi la Camera sospenderà i lavori per due settimane. La stessa Taylor Greene ha detto di aver presentato la mozione come un «avvertimento» e di non avere intenzione di programmare un voto nel breve termine.