Carles Puigdemont si ricandiderà alle elezioni in Catalogna
E ha annunciato che tornerà in Spagna se otterrà di nuovo la presidenza della regione, anche se rischia di essere arrestato: si vota il 12 maggio
Il leader indipendentista catalano Carles Puigdemont ha annunciato giovedì sera che intende candidarsi alle elezioni regionali anticipate in Catalogna, che si terranno il 12 maggio. Puigdemont ha anche detto che intende ritornare nella regione spagnola in caso di vittoria, anche se al momento, in attesa che il parlamento nazionale approvi una legge sull’amnistia per i leader indipendentisti catalani, è ricercato dalla giustizia e rischia l’arresto.
Puigdemont ha 61 anni, è il leader di Junts per Catalunya (Junts), partito indipendentista di centrodestra, ed era già stato presidente (cioè governatore) della Catalogna tra il 2016 e il 2017. Nel 2017 fu uno dei principali organizzatori di un referendum illegale per l’indipendenza della Catalogna, che non fu riconosciuto dalla Spagna né da altri paesi. Dopo il referendum, anzi, Puigdemont scappò all’estero per sfuggire alle conseguenze giudiziarie di quello che aveva fatto. Il governo della Spagna, usando i suoi poteri costituzionali, gli tolse la presidenza poco dopo.
Da allora Puigdemont non è più tornato in Catalogna e ha sempre vissuto all’estero, principalmente in Belgio. Nel 2019 fu eletto deputato europeo.
Puigdemont ha annunciato la sua candidatura durante una conferenza stampa a Elne, un paesino della Francia ad appena 20 chilometri dal confine con la Spagna. Lo ha fatto con un lungo discorso a seguito del quale non ha accettato domande dai giornalisti: Puigdemont non fa una conferenza stampa in cui accetta domande dallo scorso luglio.
Puigdemont ha detto che le elezioni anticipate in Catalogna sono un’occasione per ottenere la «restituzione della presidenza» che gli è stata tolta «illegalmente» dallo stato spagnolo. Continua a sostenere che la sua destituzione da presidente catalano fu illegittima e che il referendum del 2017 fosse valido, benché non fosse stato riconosciuto dalla comunità internazionale.
Il problema principale della candidatura è che, essendo ancora ricercato dalla giustizia, Puigdemont non può entrare in territorio spagnolo. Attualmente è in corso di approvazione da parte del parlamento spagnolo una legge che concede l’amnistia ai leader indipendentisti catalani accusati di vari crimini, compreso Puigdemont, ma questa legge non sarà approvata in via definitiva prima di maggio-giugno, e poi sarà quasi certamente contestata dai tribunali, cosa che ne prolungherà ulteriormente l’entrata in vigore. È quasi certo, dunque, che al momento delle elezioni l’amnistia non sarà pronta e Puigdemont non potrà ancora rientrare in Spagna.
Nonostante questo, il leader indipendentista ha detto che, se Junts vincerà le elezioni, allora lui parteciperà di persona al voto di fiducia nel parlamento locale catalano, anche se rischierà l’arresto: «Assisterò ugualmente al voto se otterrò la maggioranza» per diventare presidente.
Non è affatto certo però che Puigdemont vincerà le elezioni anticipate, che sono state indette qualche giorno fa dopo che il governo dell’attuale presidente Pere Aragonès aveva perso un importante voto sulla legge finanziaria. Aragonès fa parte di ERC, partito indipendentista di centrosinistra.
Secondo i sondaggi, Junts è soltanto il terzo partito, dietro a ERC e al Partito socialista catalano (che è la versione locale del Partito socialista spagnolo, e non è indipendentista). È possibile che la candidatura di Puigdemont, che è di gran lunga il più celebre tra i politici catalani, aumenti i consensi per Junts, ma non è detto: Puigdemont si era candidato con presupposti simili anche alle ultime elezioni regionali catalane, nel 2021, e il suo partito era arrivato soltanto terzo.
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