Tutto quello che non vi servirà mai sapere su Saint Kitts e Nevis
È il minuscolo Stato che oggi gioca contro la nazionale di calcio di San Marino, contro cui potrebbe persino perdere
Saint Kitts e Nevis, un arcipelago nei Caraibi, è il più piccolo Stato dell’emisfero occidentale sia per estensione sia per popolazione. È un paese per lo più irrilevante, che però in quanto Stato indipendente partecipa regolarmente alle principali competizioni sportive internazionali, persino con occasionali successi. Ciononostante la sua Nazionale di calcio parte leggermente sfavorita nell’amichevole che giocherà mercoledì contro quella sanmarinese, che spera quindi di ottenere la seconda vittoria della sua storia.
Il paese è formato da due isole, la più piccola delle quali è Nevis e la più grossa e popolata Saint Kitts, appunto: sono parte delle Antille minori, una lunga catena di isole dei Caraibi, a sud-est del territorio statunitense di Porto Rico (che fa invece parte delle Antille maggiori, come la Giamaica e Cuba). Saint Kitts e Nevis ha circa 50mila abitanti e una superficie di 261 chilometri quadrati, più o meno quanto il comune di Parma.
L’isola di Saint Kitts ospitò i primi insediamenti coloniali francesi e inglesi nei Caraibi, nel 1623, e per circa un secolo fu divisa fra i due paesi. Dal 1713 fino all’indipendenza, nel 1983, fu invece una colonia britannica. È per questo che la lingua ufficiale del paese è l’inglese, anche se quella parlata dalla maggior parte della popolazione è influenzata da quelle degli schiavi rapiti e portati nelle isole dall’Africa occidentale, principalmente nel Seicento e Settecento.
A quel tempo l’economia dell’arcipelago si fondava essenzialmente sull’esportazione dello zucchero. Nelle grandi piantagioni di canna da zucchero lavoravano principalmente schiavi africani, in condizioni terribili. La popolazione attuale discende quasi tutta da loro. Oggi invece l’economia dipende quasi interamente dal turismo, come quella di molte delle isole vicine.
Entrambe le isole sono di origine vulcanica: al loro centro sorgono vulcani inattivi alti circa mille metri. Le nuvole che si formano attorno all’isola minore potrebbero aver contribuito a dare il nome all’isola più piccola: Nevis (pronunciato in inglese “nivis”) deriva da Nuestra Señora de las Nieves (Nostra Signora delle nevi), un appellativo della Madonna nato dopo una leggendaria nevicata estiva miracolosa a Roma nel Quarto secolo, probabilmente assegnato all’isola dai navigatori spagnoli. Secondo un’altra versione a indicare le nuvole come las nieves sarebbe stato Cristoforo Colombo, il primo europeo ad avvistare l’isola nel 1493, in un’annotazione sul suo diario.
Saint Kitts si deve invece al soprannome Kitts, un abbreviazione di Christopher molto in voga nel Diciassettesimo secolo. Il nome ufficiale dell’isola e del paese in effetti a volte è indicato come Saint Christopher (e Nevis): nella Costituzione vengono usati entrambi. San Cristoforo è fra le altre cose il santo patrono dei viaggiatori, e quindi dei navigatori. La popolazione che abitava l’isola prima dell’arrivo degli europei invece la chiamava Liamuiga, che si traduce più o meno come “terra fertile” e oggi è il nome del suo vulcano, che prima dell’indipendenza si chiamava Mount Misery.
Saint Kitts e Nevis è inoltre la più piccola federazione del mondo: amministrativamente le due isole hanno ampi margini di autonomia. In particolare gli abitanti di Nevis, che è separata da Saint Kitts da uno stretto di 3 chilometri, hanno sempre difeso piuttosto gelosamente le proprie prerogative e hanno un proprio premier e un parlamento. Durante il periodo coloniale nella federazione c’era anche una terza isola, la vicina Anguilla, che decise però di separarsi dalle altre due ed è tuttora un territorio britannico.
Il paese comunque non ha cancellato del tutto i rapporti con il Regno Unito: è uno dei membri del Commonwealth, una associazione tra stati in maggioranza ex colonie britanniche, alcuni dei quali, i cosiddetti reami del Commonwealth, hanno mantenuto come capo di Stato il monarca britannico (fra cui Saint Kitts e Nevis, Canada e Australia), al momento re Carlo III.
Come in molte altre ex colonie britanniche, lo sport più popolare di Saint Kitts e Nevis è il cricket. I giocatori migliori delle isole possono essere selezionati per giocare nelle Indie occidentali, una squadra che rappresenta molte piccole isole delle Antille nelle competizioni internazionali. Il paese ha però ottenuto discreti successi nell’atletica, principalmente grazie al corridore Kim Collins, che ha vinto l’oro nei 100 metri ai mondiali di Parigi del 2003. La ciclista statunitense Kathryn Bertine invece ha ottenuto la cittadinanza di Saint Kitts e Nevis per tentare di far qualificare il paese alle Olimpiadi di Pechino del 2008, senza però riuscirci.