Oggi è iniziata la primavera
L'equinozio è stato alle 4:06 di questa mattina: per convenzione si dice che la stagione inizi il 21 marzo ma non sarà così fino al 2102
Alle 4:06 di mercoledì mattina c’è stato l’equinozio di primavera, cioè l’evento astronomico che segna l’inizio della stagione primaverile. Anche se convenzionalmente si dice che le stagioni comincino sempre il giorno 21 dei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre, le date esatte di equinozi e solstizi dipendono dalla rivoluzione della Terra: fino al 2102 l’equinozio di primavera non sarà il 21 marzo, ma il 20 oppure il 19.
L’equinozio è il momento preciso in cui il Sole si trova allo zenit dell’equatore della Terra, cioè esattamente sopra la testa di un ipotetico osservatore che si trovi in un punto specifico sulla linea dell’equatore. Il giorno dell’equinozio di primavera ha comunque una caratteristica particolare: è uno dei due soli giorni all’anno, l’altro è quello dell’equinozio d’autunno, in cui il dì – cioè la parte del giorno in cui c’è luce – ha la stessa durata della notte (anche se poi non è esattamente così, a causa di alcune interazioni della luce con l’atmosfera terrestre).
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Il significato del termine “equinozio” è chiaro per chi sa qualcosa di latino o è bravo a tirare a indovinare: la parola italiana deriva dal latino aequinoctium, composto da aequus, cioè “uguale” e nox, “notte”. Dopo l’equinozio di primavera la parte della giornata in cui c’è luce continua ad allungarsi ogni giorno nell’emisfero boreale fino al solstizio d’estate: a quel punto le ore di luce cominciano a diminuire, tornando pari a quelle di buio nell’equinozio d’autunno, e ricominciando ad aumentare solo con il solstizio d’inverno. Estate e inverno iniziano nei giorni di solstizio, in cui le ore di luce sono rispettivamente al loro massimo o al loro minimo. Per quanto riguarda l’emisfero australe, cioè la parte della superficie della Terra a sud dell’Equatore, è tutto l’opposto.
Oltre alle stagioni astronomiche, ci sono anche le stagioni meteorologiche: iniziano in anticipo di una ventina di giorni rispetto a solstizi ed equinozi, e durano sempre 3 mesi (marmotta Phil permettendo). Indicano i periodi in cui si verificano le variazioni climatiche annuali, specialmente alle medie latitudini con climi temperati.
Spiegazioni più estese sulle stagioni, il calendario, e le relazioni con il movimento della Terra si possono trovare nel numero della rivista del Post Cose spiegate bene dedicato alla geografia, che si chiama La Terra è rotonda.