Al politico di estrema destra austriaco Martin Sellner è stato proibito di entrare in Germania

Martin Sellner durante un comizio in Germania, a febbraio (Sebastian Willnow/dpa)
Martin Sellner durante un comizio in Germania, a febbraio (Sebastian Willnow/dpa)

La Germania ha vietato per tre anni l’ingresso nel paese del politico di estrema destra austriaco Martin Sellner, leader del Movimento identitario austriaco e figura molto influente nell’ambiente dell’estrema destra tedesca e austriaca.

Sellner era stato il relatore principale a un incontro fra politici di estrema destra organizzato a novembre vicino a Berlino in cui era stato discusso un piano di espulsioni su larga scala delle persone richiedenti asilo, di immigrati con permesso di soggiorno e anche di cittadini tedeschi di origine straniera. L’operazione era stata definita “remigrazione”. Quando l’avvenuto incontro era stato reso noto dall’organizzazione giornalistica tedesca Correctiv, a gennaio, in Germania e in Austria c’erano state manifestazioni molto partecipate contro il partito di estrema destra Alternative für Deutschland e Sellner stesso.

A Sellner è già stato proibito di entrare nel Regno Unito, e gli Stati Uniti si sono rifiutati di concedergli un documento per entrare nel paese, a causa dei suoi presunti legami con il gruppo che organizzò l’attentato nella moschea di Christchurch, in Nuova Zelanda. Pochi giorni fa inoltre era stato fermato in Svizzera durante un evento in cui avrebbe dovuto esporre le sue idee sulla “remigrazione”, ed è stato poi espulso dal cantone svizzero dove si trovava «per assicurare la sicurezza pubblica».

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