Hong Kong ha approvato un’altra repressiva legge sulla sicurezza nazionale
Limiterà ulteriormente la libertà di espressione e la possibilità di criticare il governo cinese, rispetto a quella già in vigore dal 2020 che aveva provocato enormi proteste
Martedì il Consiglio legislativo di Hong Kong ha approvato all’unanimità una legge molto repressiva sulla sicurezza nazionale. Fra le nuove misure introdotte ci sono tra le altre l’ergastolo per i reati di tradimento, insurrezione e di «sabotaggio» della sicurezza nazionale. La nuova norma amplia una legge del 2020 imposta alla città dal governo centrale cinese, contro cui erano state organizzate grandissime proteste, represse però molto duramente dal governo locale, di fatto controllato da quello cinese. Hong Kong infatti è una città semiautonoma con uno status particolare all’interno della Cina, ma il governo centrale ha progressivamente ridotto la libertà di espressione e di dissenso della popolazione del territorio.
Il governatore di Hong Kong John Lee ha detto che la legge è necessaria per garantire la stabilità della città e per proteggerla da «idee di una Hong Kong indipendente». La legge sostanzialmente dà al governo della città maggiori strumenti per reprimere il dissenso nei suoi confronti, e più in generale nei confronti del regime cinese di cui è sostenitore.
Fra i reati le cui pene sono state aumentate c’è l’insurrezione, la cui pena massima è passata da due a dieci anni. Il solo possesso di «pubblicazioni con intento sedizioso», cioè di rivolta o insurrezione, verrebbe invece punito con tre anni di reclusione. In questo, come in altri casi, la legge lascia un ampio margine di interpretazione nella formulazione delle accuse. Lo stesso vale per esempio per ciò che considera «segreti di stato» e «spionaggio», analogamente a quanto avviene in Cina, dove la definizione legale di “spionaggio” è estremamente vaga ed elastica. D’ora in poi la diffusione di segreti di stato sarà punibile con pene fino a 10 anni di carcere.
La nuova legge prevede inoltre un ampliamento dei poteri della polizia, tra cui la possibilità di arrestare persone sospettate di reati contro la sicurezza nazionale e di trattenerle, anche in assenza di incriminazioni formali, per due settimane (mentre prima il limite era 48 ore), e quello di revocare il passaporto a chi è considerato «latitante».
Hong Kong è un’ex colonia britannica ed è una regione amministrativa speciale cinese dal 1997: fino all’approvazione della legge sulla sicurezza nazionale cinese aveva goduto di un certo margine di autonomia, che però negli ultimi anni si è andato via via riducendo, con sempre più processi e condanne nei confronti di attivisti e politici a favore della democrazia. Una legge sulla sicurezza nazionale era richiesta dalla Costituzione locale ma finora non era mai stata approvata per via della forte opposizione da parte di chi riteneva che avrebbe limitato libertà e diritti civili.
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