La Corte Suprema degli Stati Uniti ha bloccato l’entrata in vigore di una discussa legge sull’immigrazione approvata dal Texas
Lunedì la Corte Suprema statunitense, il più importante tribunale federale americano, ha bloccato l’applicazione di una discussa legge sull’immigrazione del Texas approvata dal Congresso locale lo scorso dicembre e ancora in attesa di entrare in vigore. La legge, nota come SB4, avrebbe consentito alle autorità statali di arrestare e incriminare i migranti irregolari con poteri sostanzialmente parificati a quelli delle autorità federali.
Dal punto di vista formale si tratta di una sospensione amministrativa: significa che l’SB4 non potrà entrare in vigore fino a quando la Corte non esaminerà tutti i ricorsi presentati, tra cui quello del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha più volte definito la legge incostituzionale: negli Stati Uniti il tema dell’immigrazione è infatti di competenza federale.
Qualora dovesse entrare in vigore, l’SB4 permetterà a qualsiasi agente delle forze dell’ordine del Texas di fermare e arrestare i migranti senza documenti in regola in arrivo dal Messico. I migranti potranno poi essere accusati di un nuovo reato, creato proprio da questa legge, per essere entrati in modo irregolare nello stato: le pene previste vanno dai 6 mesi ai 20 anni di carcere. La legge consentirebbe inoltre ai tribunali statali del Texas di ordinare alle persone arrestate di tornare in Messico: anche in questo caso chi non rispetta l’ordine emesso dal giudice rischierebbe fino a 20 anni di carcere.
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