La Corte Suprema degli Stati Uniti ha permesso l’entrata in vigore di una discussa legge del Texas sull’immigrazione, per ora
Martedì la Corte Suprema degli Stati Uniti ha permesso temporaneamente l’entrata in vigore di una discussa legge sull’immigrazione approvata dal Congresso dello stato del Texas. Solo il giorno precedente la stessa Corte Suprema aveva invece bloccato (per la seconda volta) la legge, che permetterà alle autorità statali di arrestare e incriminare i migranti irregolari con poteri sostanzialmente parificati a quelli delle autorità federali.
Con la decisione di martedì la Corte ha stabilito che la legge potrà entrare in vigore mentre i vari ricorsi presentati contro di essa verranno giudicati da un tribunale di appello, e non dalla Corte Suprema. Uno dei ricorsi è stato presentato dall’amministrazione del presidente Joe Biden, che ha più volte definito la legge incostituzionale: negli Stati Uniti il tema dell’immigrazione è infatti di competenza federale.
A febbraio l’entrata in vigore della legge, prevista per marzo, era stata sospesa da un tribunale federale in attesa della valutazione dei ricorsi presentati da una contea del Texas, da associazioni per i diritti civili e dall’amministrazione federale. Lo stato del Texas aveva quindi chiesto a una corte d’appello di bloccare la decisione del tribunale di non far entrare in vigore la legge in attesa dei giudizi. La corte d’appello l’aveva fatto, ma aveva permesso ai soggetti che avevano presentato i ricorsi di rivolgersi alla Corte Suprema. Dopo alcuni rinvii, la Corte ha stabilito che la legge può entrare in vigore mentre i ricorsi vengono giudicati.
La legge permetterà a qualsiasi agente delle forze dell’ordine del Texas di fermare e arrestare i migranti senza documenti in regola in arrivo dal Messico. I migranti potranno poi essere accusati di un nuovo reato, introdotto proprio da questa legge, per essere entrati in modo irregolare nello stato: le pene previste vanno dai 6 mesi ai 20 anni di carcere. La legge consentirà inoltre ai tribunali statali del Texas di ordinare alle persone arrestate di tornare in Messico: anche in questo caso chi non rispetta l’ordine emesso dal giudice rischierà fino a 20 anni di carcere.