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  • Sabato 16 marzo 2024

Come Emmanuel Macron è diventato l’alleato più convinto dell’Ucraina

Negli ultimi mesi il presidente francese ha cambiato decisamente approccio, provocando confusione fra i leader degli altri paesi europei: c'entrano anche ragioni di politica interna

L'incontro fra Emmanuel Macron e Volodymyr Zelensky di febbraio (Credit Image: © Alexis Sciard/IP3 via ZUMA Press)
L'incontro fra Emmanuel Macron e Volodymyr Zelensky di febbraio (Credit Image: © Alexis Sciard/IP3 via ZUMA Press)
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Venerdì il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro polacco Donald Tusk si sono incontrati a Berlino per ribadire «unità e determinazione» nel sostegno all’Ucraina. Francia e Germania volevano anche sfruttare l’occasione per dimostrare di aver superato le divergenze emerse nelle ultime settimane a causa del nuovo approccio adottato da Macron, che ha espresso posizioni particolarmente convinte riguardo alla necessità di aiutare l’Ucraina in tutti i modi possibili. Per esempio, di recente Macron non ha escluso la possibilità di inviare soldati occidentali in Ucraina, ha promosso un patto bilaterale di dieci anni con l’Ucraina sulla sicurezza (poi approvato dal parlamento francese), e ha radicalmente inasprito la sua retorica contro la Russia.

Con un cambio di approccio rilevante rispetto alle prime fasi della guerra, iniziata nel febbraio del 2022, Macron sembra oggi sembra proporsi come il più convinto alleato internazionale del governo ucraino di Volodymyr Zelensky. Questa svolta ha creato qualche confusione fra i principali alleati della Francia: le dichiarazioni sull’invio di soldati, per esempio, erano state rapidamente smentite da molti paesi europei e membri della NATO. In Francia invece le opposizioni accusano Macron di aver scelto un approccio più intransigente verso la Russia per motivi prettamente politici, in vista delle elezioni europee del prossimo giugno.

Fino all’estate del 2022 Macron si era mostrato possibilista riguardo a un dialogo con il presidente russo Vladimir Putin, una posizione piuttosto isolata nel contesto europeo. A giugno aveva detto che non bisognava «umiliare la Russia» e si era ripetutamente proposto come un intermediario aperto a un rapporto diretto con il dittatore russo. Questi sforzi non avevano portato a nulla, e dall’autunno di quell’anno Macron si era convinto che un dialogo tra Russia e Ucraina non fosse possibile.

Solo negli ultimi mesi, però, le posizioni di Macron sulla necessità di sostenere militarmente l’Ucraina sono diventate più nette. Martedì il parlamento francese ha approvato il piano decennale di collaborazione sulla sicurezza con l’Ucraina, voluto proprio da Macron e che impegna la Francia a inviare più armi, addestrare soldati e stanziare 3 miliardi di euro di aiuti militari all’Ucraina nel 2024.

(EPA/LUDOVIC MARIN / POOL MAXPPP OUT)

Giovedì Macron ha argomentato la sua posizione sull’Ucraina e il cambio di prospettiva in un’intervista trasmessa sulla rete televisiva France 2. Ha difeso il rifiuto di escludere l’invio in Ucraina di truppe di terra occidentali, nel tentativo di creare quella che in gergo viene definita “ambiguità strategica”, cioè quella pratica per cui un paese si tiene volutamente vago su una certa misura in modo da intimorire e dissuadere i suoi avversari dal prendere misure troppo azzardate. Riferendosi chiaramente a Putin, Macron ha detto che «di fronte a qualcuno che non ha limiti, non possiamo essere così ingenui da dire che non andremo oltre un certo limite: in quel modo non stiamo scegliendo la pace, ma stiamo scegliendo la sconfitta».

Macron ha anche detto che la Russia ha spostato la guerra «su un nuovo livello», trasformando stabilmente la sua economia in una economia di guerra, aumentando la repressione del dissenso interno e compiendo attacchi informatici anche contro la Francia. «Se la Russia vincerà questa guerra la credibilità dell’Europa sarà ridotta a zero e Polonia, Lituania, Estonia, Romania e Bulgaria sarebbero in pericolo», ha aggiunto.

Secondo alcuni il cambio di approccio di Macron è dovuto anche alla nuova situazione internazionale, con lo stallo nel Congresso statunitense della legge che prevede nuovi stanziamenti per aiuti militari e la prospettiva di un possibile secondo mandato presidenziale di Donald Trump. Trump, leader della parte più estrema del partito Repubblicano, si è mostrato spesso poco convinto della necessità di sostenere l’esercito ucraino, che potrebbe quindi trovarsi non sufficientemente armato per continuare a difendersi dall’offensiva russa.

In Francia però il nuovo approccio di Macron è considerato da molti dei suoi avversari politici anche un calcolo elettorale. In vista delle elezioni europee di giugno il Rassemblement National, il partito di destra di Marine Le Pen, è ampiamente favorito nei sondaggi. Macron starebbe provando a metterlo in difficoltà con un argomento su cui ha mostrato parecchie contraddizioni, anche per legami consolidati fra la stessa Le Pen e il partito di Putin, Russia Unita.

Arrivato al suo secondo e ultimo mandato da presidente, Macron sarebbe poi personalmente interessato ad avere un ruolo più importante e decisivo nella politica europea e nel conflitto. Lunedì, in un’intervista al quotidiano francese Le Monde, Zelensky ha detto che «Macron ha capito che Putin lo aveva ingannato personalmente. Ha avuto bisogno di un po’ di tempo, ma ora il risultato è questo».

– Leggi anche: Macron ha ipotizzato l’invio di soldati occidentali in Ucraina, ma perché?