Il governo danese vuole introdurre la leva obbligatoria per le donne
Serve per rafforzare l'esercito, hanno detto i Socialdemocratici, ma anche per una questione di parità di genere: in Europa solo Norvegia e Svezia la prevedono già
Mercoledì la prima ministra danese socialdemocratica Mette Frederiksen ha presentato un piano del governo che prevede l’introduzione della leva obbligatoria per le donne. L’obiettivo è di rafforzare l’esercito, ha detto, per far fronte a una situazione politica internazionale sempre più instabile; ha aggiunto che l’estensione della leva alle donne sarà un passo in più verso la parità di genere.
Il piano, oltre che dai Socialdemocratici, è appoggiato dai Moderati e dal Partito Liberale, di centrodestra, che sostengono il governo. Se dovesse essere approvato, la Danimarca diventerà il terzo paese europeo ad avere il servizio militare obbligatorio anche per le donne assieme alla Norvegia e alla Svezia, che nel 2017 aveva reintrodotto la leva obbligatoria per rispondere alle minacce provenienti dalla Russia.
La Danimarca ha quasi sei milioni di abitanti e le sue forze armate contano circa 9mila soldati professionisti, a cui si aggiungono i riservisti e circa 4.700 ragazzi e ragazze che ogni anno fanno il militare, tra cui molti volontari.
Nel 2023 le persone che hanno fatto il militare nel paese sono state 4.717, di cui circa un quarto donne, su base volontaria: il governo danese punta ad aumentare a 5mila il numero di quelle che fanno il militare ogni anno anche grazie alla leva obbligatoria per le ragazze. Poulsen ha comunque chiarito che affinché la misura sia definitiva servirà una legge che dovrebbe essere discussa nel 2025 ed entrare in vigore nel 2026.
Oltre a questa proposta, il governo danese ha annunciato l’intenzione di estendere il servizio militare da quattro a undici mesi, sia per gli uomini che per le donne. Ma soprattutto ha annunciato che nei prossimi cinque anni aumenterà le proprie spese per la difesa fino a 5,4 miliardi di euro per soddisfare le richieste della NATO, che chiede a tutti i paesi membri dell’alleanza di destinare il 2 per cento del PIL alle spese militari. Al momento la Danimarca destina alla difesa l’1,4 per cento del suo PIL: nel marzo del 2023 aveva approvato una legge per abolire una festa nazionale proprio con l’obiettivo di ricavare centinaia di milioni per questo scopo.
«Non ci stiamo riarmando perché vogliamo la guerra, distruzione o sofferenze», ha detto Frederiksen mercoledì: «Ci stiamo riarmando perché vogliamo evitarle, in un contesto in cui l’ordine internazionale è messo alla prova».
La Danimarca è uno dei paesi fondatori della NATO ed è tra i sostenitori più attivi dell’Ucraina, a cui di recente ha promesso tutta l’artiglieria di cui è in possesso per aiutarla nella guerra contro la Russia. Per il ministro degli Esteri danese, Lars Løkke Rasmussen, il riarmo corrisponde a una necessità di deterrenza: la Russia al momento non è una minaccia per la Danimarca, ma «non vogliamo arrivare al punto in cui può diventarlo», ha detto.
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