La Camera degli Stati Uniti ha approvato una legge che potrebbe bandire TikTok dal paese
A meno che ByteDance non venda l’app entro i prossimi sei mesi; la norma passa ora all’esame del Senato e si inserisce nel contesto dei rapporti sempre più tesi con la Cina in campo tecnologico
Mercoledì la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, ossia la camera bassa del Congresso statunitense, ha approvato una legge che potrebbe vietare l’uso nel paese del social network TikTok, di proprietà della società cinese ByteDance. In particolare la legge richiede a ByteDance di vendere TikTok a un altro acquirente, approvato dal governo degli Stati Uniti, entro i prossimi sei mesi: in caso contrario il social network verrà vietato negli Stati Uniti e il dipartimento di Giustizia statunitense potrebbe punire qualsiasi azienda che collabora con la società o che ne distribuisce l’applicazione. Prima di entrare in vigore la legge dovrà essere discussa e approvata dal Senato.
La legge si inserisce nel più ampio contesto del deterioramento dei rapporti fra Stati Uniti e Cina nel campo della tecnologia e della sicurezza. Secondo i promotori della norma, il fatto che un’app così popolare nel paese sia di proprietà di un’azienda cinese è un rischio per la sicurezza nazionale, data la nota influenza che il Partito Comunista cinese esercita sulle aziende del paese. Per questo motivo fra il 2022 e il 2023 gli Stati Uniti, ma anche diversi paesi e la stessa Unione Europea, avevano deciso di vietare l’uso di TikTok l’uso sui telefoni di lavoro dei propri dipendenti. L’app però continua a essere estremamente utilizzata: è stimato che sia presente sui telefoni di 170 milioni di cittadini statunitensi ed è popolare specialmente tra le persone fra i 18 e i 25 anni.
Le preoccupazioni riguardo all’influenza del governo cinese negli Stati Uniti sono condivise da politici del Partito Repubblicano e Democratico: la proposta era stata presentata dal deputato Repubblicano Mike Gallagher e dal Democratico Raja Krishnamoorthi ed è stata approvata con una larga maggioranza: con 325 voti favorevoli e 65 contrari, ben oltre i 290 voti favorevoli necessari.
TikTok sostiene che queste preoccupazioni siano infondate: da tempo fa notare che circa il 60 per cento della società è di proprietà di investitori internazionali e che il suo consiglio di amministrazione, composto da cinque persone, abbia tre membri che sono cittadini statunitensi. Mercoledì prima del voto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin aveva duramente criticato la proposta di legge dicendo che vietare TikTok «si ritorcerà inevitabilmente contro gli stessi Stati Uniti».
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Nel caso la legge venga approvata anche dal Senato, il fatto che ByteDance venda o riesca a vendere TikTok non è per niente scontato. Prima di tutto, data la popolarità dell’app, il suo prezzo sarebbe estremamente alto e sono pochissime le aziende che avrebbero il capitale per acquistarla. Negli Stati Uniti questa acquisizione potrebbe essere fatta da società come Microsoft, Google o Meta, che possiede Facebook, WhatsApp e Instagram, ma sembra improbabile che il governo statunitense le approverebbe come acquirenti dato che negli ultimi anni ha cercato attivamente di impedire la loro crescita attraverso l’utilizzo delle leggi sulla concorrenza. In più, Meta viene spesso accusata delle stesse cose che vengono imputate a TikTok per quanto riguarda la diffusione di notizie false e in passato è stata coinvolta in un grosso scandalo che riguardava proprio la gestione dei dati dei suoi utenti.
Anche se ByteDance riuscisse a trovare un acquirente, il governo cinese potrebbe ostacolare la vendita, dato che l’anno scorso aveva dichiarato di essere intenzionata a farlo se si fosse presentato uno scenario di questo tipo. Nel 2020, quando i funzionari statunitensi e l’allora presidente Donald Trump cercarono per la prima volta di obbligare ByteDance a vendere TikTok, la Cina impose delle restrizioni all’esportazione di alcune tecnologie, fra cui una che sembrava molto simile all’algoritmo di raccomandazione dei contenuti di TikTok. Pochi giorni dopo l’agenzia di stampa statale Xinhua pubblicò quindi un articolo in cui un esperto diceva che probabilmente ByteDance avrebbe dovuto richiedere al governo cinese l’autorizzazione per vendere a una compagnia straniera gli algoritmi che rendono TikTok così popolare.
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Negli ultimi giorni TikTok aveva cercato di contrastare l’approvazione della legge mobilitando i suoi utenti statunitensi: giovedì sull’app era comparso un messaggio che diceva «Fermate la chiusura di TikTok» e «fate sapere al Congresso cosa significa TikTok per voi e dite loro di votare NO». La schermata includeva un pulsante che portava gli utenti a chiamare i propri rappresentanti a Washington e per qualche giorno diversi politici hanno detto di aver ricevuto migliaia telefonate di persone contrarie alla legge. Un dipendente del Partito Repubblicano aveva detto però a BBC News che un gran numero di queste telefonate veniva da giovani adolescenti o da persone «molto confuse», che dicevano di aver chiamato perché TikTok aveva detto loro di farlo. L’azienda aveva inoltre pagato alcuni famosi content creator per andare a Washington e parlare con i politici personalmente e manifestare davanti a Capitol Hill.
Mentre negli ultimi giorni era diventato piuttosto chiaro che la Camera avrebbe approvato la proposta di legge, lo stesso non si può dire del Senato, dove ci sono diversi politici che si sono già detti contrari alla norma: fra questi alcuni sono molto vicini a Trump, che dopo aver ostacolato l’app quando era presidente ora ha detto di essere contrario all’idea che venga bandita dal paese. Trump non ha dato spiegazioni chiare in merito a questo cambiamento di posizione, ma molti sostengono che abbia a che fare con la popolarità dell’app e con l’effetto che bandirla potrebbe avere sul voto delle elezioni presidenziali di novembre 2024. Lo stesso presidente Joe Biden ha creato da poco un suo account ufficiale su TikTok per avvicinarsi agli elettori più giovani.