In Portogallo il centrodestra ha pochi voti in più del centrosinistra
Ma non gli basteranno per avere la maggioranza assoluta in parlamento, dove potrebbe dover contare sul sostegno del partito di estrema destra Chega
I risultati parziali delle elezioni legislative che si sono tenute domenica in Portogallo dicono che centrosinistra e centrodestra sono quasi alla pari. Con oltre il 99 per cento dei voti scrutinati, l’Alleanza Democratica – che comprende il Partito Socialdemocratico (PSD, di centrodestra) – è al 29,49 per cento, poco più del Partito Socialista, che è al 28,66 per cento. La situazione è ancora piuttosto confusa, e mancano 4 seggi che verranno assegnati dalle circoscrizioni estere: al momento l’Alleanza Democratica ha in tutto 79 seggi (3 arrivano da Madeira, dove l’alleanza non include il Partito Popolare Monarchico), mentre il Partito Socialista ha 77 deputati. Nessuno dei due partiti ha comunque la maggioranza assoluta, di almeno 116 deputati.
Per l’Alleanza Democratica, guidata da Luís Montenegro, sarà decisivo un eventuale appoggio del partito di estrema destra Chega, che ha più che raddoppiato i consensi raccolti nelle elezioni del 2022 (ha ottenuto il 18,06 per cento). Durante la campagna elettorale Montenegro aveva escluso più volte un’alleanza con Chega, che in portoghese significa “Basta” ed è un partito nazionalista, populista, euroscettico e ultraconservatore fondato nel 2019 da André Ventura. Di fatto ora però un sostegno di Chega sarà indispensabile al PSD perché riesca a ottenere la maggioranza in parlamento.
In campagna elettorale si era parlato però anche della possibilità che Alleanza Democratica potesse governare pur non avendo la maggioranza assoluta in parlamento. Nuno Santos aveva infatti annunciato che per impedire l’arrivo di Chega al governo non si sarebbe opposto a un ipotetico futuro governo di minoranza di centrodestra se Alleanza Democratica avesse ottenuto più voti dei Socialisti.
Quelle di domenica in Portogallo erano elezioni anticipate, indette dopo le dimissioni del primo ministro uscente António Costa, socialista, in seguito alla notizia del suo coinvolgimento in un’indagine per corruzione. Si votava per eleggere i 230 seggi dell’Assemblea della Repubblica, cioè il parlamento monocamerale portoghese, e per decidere di conseguenza il nuovo primo ministro. La maggioranza necessaria per governare è di 116 seggi.
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La legge elettorale portoghese prevede che, dal giorno del voto, ci siano due settimane per eventuali denunce di brogli o riconteggi, ma il 25 marzo dovrà essere consegnato all’Assemblea della Repubblica il verbale con il resoconto generale e ufficiale dei risultati. Prima del 25 marzo, però, il Presidente Marcelo Rebelo de Sousa può avviare i colloqui con i leader dei principali partiti e anche indicare, indipendentemente dalle maggioranze che si potrebbero formare, a chi intende assegnare il mandato come primo ministro. I nuovi deputati e le nuove deputate dell’Assemblea della Repubblica presteranno giuramento l’ultimo giorno di marzo o, più probabilmente, all’inizio di aprile, quindi dopo Pasqua. Durante la sua prima seduta il nuovo parlamento eleggerà il proprio Presidente e si tratterà del primo test per verificare la formazione di nuove possibili maggioranze, dato che, per essere eletto, il presidente dovrà ottenere 116 voti.