Kyoto ha vietato ai turisti l’ingresso ai vicoli privati del quartiere delle geishe
È quello di Gion, con le case da tè in cui si esibiscono con i loro abiti tradizionali, perché i visitatori sono diventati troppi e irrispettosi
Il consiglio distrettuale di Gion, rinomato quartiere della città di Kyoto, in Giappone, ha detto al Japan Times che dal mese prossimo ai turisti sarà vietato l’ingresso nei piccoli vicoli privati del quartiere. Gion è una delle destinazioni turistiche più amate della città: non solo si trova nell’antica capitale imperiale del Giappone, che ha mantenuto molta dell’architettura caratteristica del periodo, ma è anche il quartiere in cui si trovano le storiche sale da té in cui si esibiscono le geishe, le intrattenitrici giapponesi vestite in abiti tradizionali le cui abilità includono arti come la musica, la danza e il canto.
A Gion i turisti possono vedere le geishe e le apprendiste che dalle proprie abitazioni si spostano verso le case da tè per le esibizioni serali, e anche per questo il quartiere attira un particolare numero di visitatori. Gli abitanti del luogo però si lamentano da mesi delle intrusioni nella propria vita privata e della maleducazione dei visitatori. Negli ultimi anni, soprattutto dopo le limitazioni dovute alla pandemia, il turismo in città è cresciuto, e Kyoto è una delle mete più frequentate.
A dicembre un consiglio di residenti aveva chiesto al comune di imporre delle restrizioni ai turisti indisciplinati, temendo che il loro quartiere diventasse «un parco a tema». Tra i comportamenti di cui si sono lamentati non c’è solo quello di inseguire insistentemente le geishe con i propri smartphone, ma anche di avvicinarsi e toccare o talvolta strattonare i loro kimono, gli abiti tradizionali molto costosi che le geishe indossano. Alcuni hanno anche denunciato violazioni di domicilio da parte dei turisti o casi in cui i turisti hanno obbligato le geishe a fare foto con loro. A peggiorare le cose è il fatto che nell’immaginario occidentale le geishe vengano erroneamente accomunate a lavoratrici del sesso, e Gion venga di conseguenza interpretato come una specie di quartiere a luci rosse, attirando un tipo di turismo particolarmente irrispettoso.
In base all’ordinanza, i turisti potranno ancora visitare la strada principale di Gion, Hanamikoji-dori, ma non potranno addentrarsi nei vicoli secondari, normalmente privati e larghi poco più di uno o due metri. Alle vie secondarie potranno accedere soltanto i residenti, le geishe, le apprendiste e i loro clienti. Non è ancora chiaro come verrà applicata la restrizione, né da che giorno di aprile entrerà in vigore. In precedenza erano già stati affissi cartelli che ricordavano l’esistenza di multe fino a 10mila yen (60 euro) per chi fotografa le geishe senza il loro consenso.
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