Ursula von der Leyen ha detto che presto verranno portati aiuti umanitari a Gaza via mare
La presidente della Commissione Europea ha parlato di un "corridoio marittimo" che potrebbe partire già nel fine settimana: ha aderito anche l'Italia, ma non si sa molto di come funzionerà
Venerdì la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato che già nel fine settimana potrebbe essere attivato un corridoio umanitario marittimo per portare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, che dallo scorso ottobre è bombardata e attaccata dall’esercito israeliano, in guerra contro il gruppo radicale Hamas. «Siamo molti vicini all’apertura del corridoio, potrebbe essere sabato o domenica», ha detto von der Leyen.
Al corridoio umanitario aderiranno, oltre a Cipro e alla Commissione Europea, anche l’Italia, la Germania, la Grecia, i Paesi Bassi, gli Emirati Arabi Uniti, il Regno Unito, gli Stati Uniti e Cipro, da dove partiranno gli aiuti.
Non è chiaro quanti aiuti verranno distribuiti via nave, né le modalità precise con cui questi verranno trasportati a terra e poi consegnati alla popolazione palestinese. In un comunicato i paesi che partecipano all’iniziativa hanno detto che sarà un’operazione «complessa» che affiancherà le altre modalità di distribuzione degli aiuti (per esempio via terra, con i camion) senza sostituirle.
Per far funzionare il corridoio sarà necessaria la collaborazione di Israele, un fatto non scontato dato che negli ultimi mesi governo ed esercito israeliani sono stati accusati di ostacolare in vari modi l’assistenza umanitaria all’interno della Striscia, peggiorando ulteriormente la già tragica situazione umanitaria. Il ministero degli Esteri israeliano ha dichiarato però di accogliere con favore l’apertura di un corridoio umanitario marittimo, precisando che gli aiuti saranno consegnati dopo che i controlli di sicurezza saranno stati effettuati «in conformità con gli standard israeliani».
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Giovedì il presidente degli statunitensi Joe Biden aveva annunciato che gli Stati Uniti intendono costruire davanti alle coste della Striscia di Gaza un molo temporaneo da cui distribuire aiuti umanitari trasportati via nave. Gli aiuti dovrebbero partire sempre da Cipro, dove già adesso sono in corso grosse operazioni di raccolta e smistamento degli aiuti umanitari che si muovono in nave, e dove il governo di Israele avrà la possibilità di controllare tutti gli aiuti in partenza per assicurarsi che non contengano armi o altro materiale ritenuto pericoloso. Il piano presentato dagli Stati Uniti ha però diversi problemi, a partire dall’incertezza sulle modalità con cui verranno distribuiti gli aiuti.
È probabile che la quantità di aiuti distribuiti con il corridoio umanitario che dovrebbe partire nel fine settimana rimarrà marginale finché gli Stati Uniti non costruiranno il molo temporaneo, un’operazione che potrebbe richiedere diverse settimane.
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Finora cibo e aiuti portati all’interno della Striscia di Gaza sono entrati soprattutto dal valico di Rafah, nel sud della Striscia e al confine con l’Egitto. Il nord, che fu al centro della prima parte dell’offensiva israeliana, è rimasto però in gran parte escluso dalla consegna degli aiuti.