L’inchiesta sull’eredità di Gianni Agnelli si allarga
Oltre a John Elkann ora sono indagati anche Lapo e Ginevra, e c'è una nuova accusa: truffa ai danni dello Stato
Ci sono due nuovi indagati nell’inchiesta collegata a una questione relativa all’eredità di Gianni Agnelli: sono i nipoti Lapo e Ginevra Elkann, figli di Margherita Agnelli e del suo primo marito, lo scrittore Alain Elkann. Si aggiungono al fratello maggiore John, a Gianluca Ferrero, attuale presidente della Juventus e commercialista della famiglia Agnelli, e all’avvocato svizzero Urs Robert Von Grüningen, incaricato di amministrare l’eredità di Marella Caracciolo di Castagneto, che era la moglie di Gianni Agnelli ed è morta nel 2019. Tutti e cinque sono accusati di truffa ai danni dello Stato, una nuova accusa, che si aggiunge a quella di “dichiarazione infedele”.
L’inchiesta riguarda alcuni versamenti fatti da Margherita Agnelli alla madre Marella Caracciolo di Castagneto, sui quali non sarebbero state pagate correttamente le tasse in Italia. Margherita Agnelli è la secondogenita di Gianni Agnelli, uno degli industriali più importanti e noti della storia d’Italia, presidente del gruppo Fiat dal 1966 al 1996 e poi presidente onorario fino alla sua morte nel 2003. Nel 2004 Margherita firmò un accordo con cui rinunciava alle quote azionarie del padre e alla futura eredità della madre in cambio di 1,2 miliardi di euro (fu sottoscritto in Svizzera, dove la legge riconosce la legittimità di accordi di questo tipo, al contrario che in Italia).
L’accordo prevedeva che Margherita versasse alla madre una sorta di “rendita vitalizia”. L’importo complessivo ceduto dal 2004 fino alla morte di Caracciolo nel 2019 sarebbe di 8 milioni di euro. Questi versamenti però non compaiono nelle dichiarazioni dei redditi di Caracciolo per gli anni 2018 e 2019: secondo l’accusa, le dichiarazioni fiscali di quel periodo suggeriscono che Caracciolo abbia evaso il fisco italiano non pagando le tasse. Secondo la difesa, Caracciolo non era tenuta a pagare le tasse in Italia perché risultava formalmente residente in Svizzera. Secondo gli avvocati di Margherita Agnelli, però, almeno nel 2018 Caracciolo avrebbe passato molto più tempo in Italia che in Svizzera, e la residenza estera era quindi da considerarsi fittizia.
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L’inchiesta è partita da un esposto di Margherita Agnelli stessa, perché una decisione sulle presunte tasse non pagate da Marella Caracciolo di Castagneto e sulla sua residenza potrebbe avere ripercussioni su una più grande questione che riguarda l’eredità di Gianni Agnelli. Secondo le leggi italiane per essere considerati fiscalmente residenti in un paese estero è necessario passare in quel paese un periodo pari almeno alla metà dell’anno fiscale più un giorno, ossia almeno 183 giorni. Caracciolo secondo l’accusa non l’avrebbe fatto. Se un tribunale confermasse che Caracciolo era effettivamente residente in Italia, e non in Svizzera, potrebbe essere invalidato l’accordo del 2004 con cui Margherita Agnelli rinunciò alla propria eredità.
Di conseguenza sarebbe necessario rivedere l’assetto azionario di “Dicembre”, la società attraverso cui vengono controllate le altre società degli Agnelli e che di fatto costituisce la parte più importante del patrimonio di famiglia. La maggior parte delle quote della società appartiene a John, Lapo e Ginevra Elkann. Margherita Agnelli invece rinunciò a qualsiasi diritto sulla Dicembre con l’accordo del 2004. Nel 2007 Margherita Agnelli avviò però un’azione legale in cui sosteneva che ai tempi dell’accordo non le fosse stata rivelata l’intera consistenza del patrimonio di famiglia, e che all’estero esistesse un cosiddetto “tesoretto” nascosto.
Secondo gli avvocati di Margherita, l’accordo del 2004 sarebbe nullo perché il diritto italiano non prevede la possibilità di rinunciare a una futura successione, mentre si può fare la rinuncia totale all’eredità una volta che il parente da cui si deve ereditare muore. Nel 2004 la madre di Margherita, Marella Caracciolo, era ancora in vita e quindi la figlia non poteva rinunciare a un’eredità che ancora non le spettava.
Una sentenza sulle presunte tasse non pagate da Marella Caracciolo renderebbe necessario rivedere l’assetto azionario di Dicembre e di tutte le società controllate dal gruppo, in possesso di John, Lapo e Ginevra Elkann. Dopo i figli con Elkann, Margherita Agnelli ne ha avuti altri cinque con il secondo marito Serge de Pahlen, esclusi dall’eredità per via della rinuncia del 2004.
Inizialmente nell’inchiesta John Elkann, Gianluca Ferrero, e l’avvocato svizzero Urs Robert Von Grüningen erano stati accusati di “dichiarazione infedele” in concorso: significa che avrebbero contribuito a commettere il reato insieme. La dichiarazione infedele è un reato tributario punito con la reclusione da due anni a quattro anni e sei mesi. Von Grüningen e Ferrero sono indagati in quanto notaio e commercialista che curarono l’eredità di Marella Caracciolo, mentre Elkann, secondo l’ipotesi della procura, avrebbe «contribuito ad agevolare la condotta mendace del commercialista».
Ora la procura di Torino ha ampliato l’accusa: i presunti versamenti mancanti nelle dichiarazioni dei redditi di Caracciolo riguardavano gli anni tra il 2018 e il 2019, ora anche il 2016 e il 2017. L’elusione fiscale totale sarebbe pari a circa 30 milioni di euro. Lapo, Ginevra e John Elkann ora sono accusati anche di non aver pagato allo Stato italiano le tasse di successione di una parte del patrimonio ereditato dalla nonna Marella Caracciolo, pari a 734 milioni di euro, e sarebbero stati aiutati in questo da Von Grüningen e Ferrero. Secondo l’accusa i tre fratelli avrebbero aperto le pratiche per la successione in Svizzera, quando invece le avrebbero dovute aprire in Italia, e di conseguenza non avrebbero pagato le tasse dovute al fisco italiano.